Italia, manca ancora il gol

Contro il Portogallo troppi cambi, la paura della retrocessione ma soprattutto scarsa produzione offensiva

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Dopo il pareggio, acciuffato in rimonta e su calcio di rigore, contro la Polonia, è arrivata una sconfitta in Portogallo: l'Italia stecca un'altra volta e si interroga sulle prospettive a breve termine del gruppo azzurro ma onestamente ci si aspettava qualcosa di molto diverso da ciò che abbiamo visto al Da Luz? L'avvento di Mancini - che ha le sue colpe - ha dato solo dato un giro d'aria a una stanza dall'arredamento ancora incerto.

"Chiaro che queste sono partite in cui vanno provati certi elementi, il nostro obiettivo è fare la squadra per arrivare agli Europei" ha detto il ct dopo la partita e questa frase nasconde uno dei problemi di ieri sera, i troppi cambi rispetto all'1-1 di Bologna. Cambiare troppe pedine in un momento di costruzione comporta determinate conseguenze, chimica difficile da trovare con elementi al debutto (Lazzari), con scarso minutaggio nelle gambe (Zaza e Caldara) e non ancora a regime (Cristante).

Probabilmente il 10 ottobre, data della prossima amichevole con l'Ucraina, Mancini proporrà una versione più riconoscibile della formazione che poi, tra il 14 ottobre e il 17 novembre, dovrà raggranellare qualche punto nei ritorni di Nations League contro Polonia e Portogallo per evitare la retrocessione nella Lega B. Difficile azzardare una virata al "difendi e contrattacca" che è nel nostro dna ma non in quello del ct: così è probabile che Donnarumma - unica vera nota lieta - non potrà concedersi serate di riposo.

Una cosa su cui si può lavorare solo fino ad un certo punto dal punto di vista tattico è la pericolosità in zona offensiva: se solo Balotelli - con tutto ciò che ne consegue - in questa rosa ha segnato più di Chiellini, che è un difensore, l'allarme attacco è il primo di disinnescare. Non potendo riservare a Chiesa, per età, posizione e per preservarlo, il ruolo di salvatore della patria, ci si chiede quali reali alternative a SuperMario abbiamo a disposizione. Immobile si spegne quando passa dal biancoceleste all'azzurro, Zaza non è mai stato un vero bomber e le alternative che ci fornisce il campionato non convincono, chi per un motivo chi per un altro (Pavoletti? Cutrone? Inglese?). Eppure, la soluzione per spezzare la maledizione della vittoria (che non arriva da ottobre 2017, 1-0 all'Arabia Saudita) sta proprio qui.

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