MotoGP, le pagelle del Mugello

Dovizioso perfetto, Petrucci pazzesco. Rossi epico a differenza di Marquez e Lorenzo

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Dovizioso voto 10

Della notte storta, dell'intossicazione, del pilota ottimo ma non stellare, si è detto e ridetto. Il 10 è figlio di tutto questo, ma soprattutto di una gara di intelligenza e cattiveria, autografata da uno che è più intelligente che cattivo. Come dirá lui stesso, non aveva strategie in testa, ha "solo" surfato su una Ducati quasi perfetta che, tolta la sbagghettata a 340 in fondo al dritto (che avrebbe fatto chiudere la carriera dalla fifa a milioni di altri piloti) l'ha portato in fondo in una meravigliosa complicità. Questa Desmo è figlia sua, l'ha fatta lui, come è merito suo la preparazione ossessiva che confluisce in ogni domenica e che è confluita nella domenica della vita.

Vinales 8,5 

Fa più paura questo secondo posto di una sua vittoria. Perché vuol dire che al talento puro il 22enne sa aggiungere furbizia e strategia. "Non era la giornata" Maverick l'ha ripetuto come un mantra a fine gara, sottolineando il concetto con uno scintillio diabolico dal sapore di un arrivederci alla prossima a Barça. Sono 26 i punti di vantaggio nel mondiale, nonostante un largo, il dolore al braccio, i bioritmi non perfetti: come trasformare un Mugello così così in una tappa fondamentale per un cammino più complesso e ambizioso.

Petrucci 9

Non è mai mancata la schiettezza a Petrux, neanche quando confessa che "Mancava il fiato" ed è stato questo il problema principale nel finale, altro che l'usura della gomma posteriore. Altrimenti chissà, ma, ipotesi a parte, resta una gara pazzesca, in un deliro ducatista, in una lezione a nomi altisonanti che guidano la stessa Marca. L'umiltà al potere.

Rossi 8

Non ne aveva più e questo, per l'ennesima volta, ci dà l'idea dell'epicitá del personaggio. Davanti, pronti via, per far capire che senza quello stramaledetto allenamento di cross si sarebbe trattato di lottare per la decima vittoria al Mugello, poi lì senza mollare, nonostante i dolori, il respiro corto, la posizione di guida innaturale. Chi glielo fa fare? Lui stesso. E senza questa testa non sarebbe quello che è. Sotto di 30 nel mondiale ma artigliato comunque all'idea. Presente perché al Mugello non si può essere assente.

Marquez 5

È la moto? Il suo stile? Le gomme? Il nervoso? Sta di fatto che un sesto per uno così è una tragedia, tale da far sussurrare l'ipotesi di una distanza tra Marc e Honda, un principio magari di una fine. Vedremo. Ciò che vediamo, e abbiamo visto tra le Arrabbiate, è un Marquez irriconoscibile che si accontenta andando clamorosamente contro una delle sue pricipali caratteristiche.

Lorenzo 4

Si è illuso all'inizio, sperando di illudere, ma è durata poco. Troppo evidenti i problemi di adattamento all'universo Ducati, in una giornata perfetta per enfatizzare quanto la Desmo possa essere un meraviglioso incubo. Pirro in scia è l'ennesimo cappello tolto di fronte a Super Mischele, ma pure un tarlo grosso così sotto il casco dell'uomo che, prima di quest'ultima, si era portato a casa cinque degli ultimi sei Mugelli. 

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