Caso-Higuain e il silenzio del club. Serve una replica

A due giorni dalle "sparate" di Nicolas Higuain. AdL è negli Usa. Quel "tradimento" inatteso. Ma non troppo

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Napoli, caso-Higuain. E la società che cosa dice? Il presidente De Laurentiis come replica? Il giorno dopo, ieri, silenzio. Solo una annotazione, filtrata dal club: "Non rispondiamo mai alle parole dei procuratori". La sorpresa, la rabbia per le parole del fratello-procuratore del Pipita. AdL è negli Stati Uniti. Qualcosa, dicono, potrebbe accadere oggi. Aspettiamo.

Il 31 marzo, alle parole di Paolo Bargiggia che a Premium Sport  aveva detto -anticipando di tre mesi le parole del fratello- che Higuain non era affatto pronto a rinnovare (anzi!), c'era stata la rabbiosa replica del club. Arrivando a una sorta crisi diplomatica poi ricomposta. 
Ieri le parole di Antonio Corbo, a RadioMarte: "AdL ha fatto male a fidarsi dei familiari di Higuain. Doveva imporre il rinnovo del contratto lo scorso settembre"". Avvertendo, in proposito, una sorta di tradimento. O un tradimento tutto intero.
Nel mare di ipotesi, e fermo restando il silenzio del club, si affacciano ipotesi anche estreme: come quella di una azione legale che il club vorrebbe intraprendere dopo le "sparate" di Nicolas Higuain.
Fermarsi al rispetto del contratto che scade fra due anni, nel 2018. Alla volontà di AdL, espressa qualche settimana fa, di un robusto ritocco dell'ingaggio da 5,5 a 7 milioni. L'attesa che si apra il ritiro di Dimaro e che Higuain si presenti, com'è normale che sia. E seguire le parole del fratello che ha detto: Gonzalo rispetterà il contratto che scade fra due anni.  Bene. Tutto questo si sa. Quel che serve, è un passo in più: del club, del suo presidente. Cui non mancano argomenti da far valere e pesare.

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