Ancelotti a Premium Sport: "Voglio vincere un'altra Champions"

L'ex tecnico del Real in esclusiva: "Desidero tornare ad allenare un grande club, nella mia prossima squadra vorrei Higuain"

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Dopo la fine dell'esperienza al Real Madrid, Ancelotti è pronto a tornare a sedersi in panchina. Molti parlano di Bayern Monaco nel suo destino: "Essere accostato a una panchina importante è molto stimolante, tutti stanno aspettando la decisione di Guardiola - dice Carletto a Premium Sport -. A me piace molto l'Inghilterra, ma in generale il desiderio è di tornare ad allenare una grande squadra".

La Nazionale, per ora, può aspettare: "Non ho ancora una tentazione forte per una nazionale, anche perché mi piacerebbe tornare ad allenare quotidianamente. Soprattutto perché ho una grande voglia di vincere un'altra Champions League. Chi vorrei, tra i calciatori che giocano in Italia, nella mia prossima squadra? Tra gli stranieri scelgo Higuain, che ha portato il Napoli nelle prime posizioni a suon di gol. Tra gli italiani dico Insigne, Baselli, Romagnoli e Bernardeschi: ci sono tanti giovani italiani che stanno uscendo".

Su un possibile futuro in Nazionale nel dopo Conte: “Non ho ancora una tentazione forte per una nazionale, anche perché mi piacerebbe tornare ad allenare quotidianamente. Soprattutto perché ho una grande voglia di vincere un'altra Champions League".

Sui giocatori della Serie A che vorrebbe nella sua prossima squadra: “Tra gli stranieri scelgo Higuain, che ha portato il Napoli nelle prime posizioni a suon di gol. Tra gli italiani dico Insigne, Baselli, Romagnoli e Bernardeschi: ci sono tanti giovani italiani che stanno uscendo”.

Sul suo futuro: “Mi manca il lavoro sul campo, il rapporto quotidiano con la squadra. Favorito per il dopo Guardiola al Bayern? Essere accostato a una panchina importante è molto stimolante, tutti stanno aspettando la decisione di Guardiola. A me piace molto l'Inghilterra, ma in generale il desiderio è di tornare ad allenare una grande squadra. Arsenal e United? Può succedere tutto e niente, anche che possa rimanere fermo un altro anno. Ci sono tanti bravi allenatori a spasso: la cosa certa è che voglio stare fermo fino alla fine dell'anno, non prendere una squadra in corsa”.

Sul Milan: “Quest'estate sono stato parecchio vicino alla panchina rossonera, perché Galliani ha fatto un forte pressing. Ha prevalso la mia volontà di stare tranquillo, anche per via dell'operazione, quindi a malincuore ho dovuto dire di no. Mihajlovic è stata una buona scelta: ha il carattere, le capacità e le conoscenze per riportare in alto il Milan. Ma per raggiungere i livelli più alti non bastano le idee, servono anche investimenti e fatturato".

Su Sarri: “Non lo considero il nuovo Sacchi, Sacchi è inimitabile. Sarri è diverso e a me piace: un allenatore bravo lo vedi dall'identità che riesce a dare alla squadra e il Napoli ha una precisa identità”.

Su Mancini: “Lo accusano di giocare un calcio antico? Per me è molto bravo e capace: gioca un calcio atletico, dinamico e magari meno di qualità, ma sta sfruttando le caratteristiche della squadra".

Sulla Juventus: “Può ancora vincere lo scudetto, tutto può succedere: più squadre sono coinvolte più si abbassa la quota e quindi la partenza a handicap dei bianconeri può essere assorbita. Può tornare protagonista, anzi è già lì. Allegri fuori dal podio del Pallone d'oro degli allenatori? Sono valutazioni soggettive: probabilmente avrebbe meritato di entrarci perché la stagione scorsa è stata da ricordare”.

Sulla Roma: “Non ha ancora trovato l'equilibrio tra il grande potenziale offensivo e una certa vulnerabilità difensiva. Deve lavorare soprattutto lì".

Sul Real Madrid: “L'esonero mi è dispiaciuto, perché avevo ottimi rapporti con la squadra, che secondo me aveva ancora molto da dare. Quando ho firmato per il Real sapevo che se non avessi vinto mi avrebbero mandato via perché è la storia del club. Ma per allenare i blancos ne valeva la pena di correre il rischio. Mi aspettavo le difficoltà di Benitez, perché il Real Madrid è così: devi sempre e solo pensare a vincere e l'ambiente ti mette pressione. Non sono pazienti i tifosi, non lo è la stampa e non lo è nemmeno il club, a cominciare dal presidente".

Su Mourinho: “Anno difficile? Il problema non è mai solo dell'allenatore. La squadra non sta facendo come l'anno scorso: probabilmente il fatto di aver vinto li ha demotivati un po' facendoli soffrire, anche se ora si stanno riprendendo. Ma Mourinho è sempre lo stesso, nelle vittorie e nelle difficoltà: è un top allenatore".

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