VOLLEY GIOVANILE

Conoscere le sconfitte per costruire i successi: l'ambiziosa Volley Academy Piacenza

Il presidente Marchetti racconta la nuova realtà giovanile, con una curiosità sulla disfatta romana del 218 a.C. nella battaglia del Trebbia

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C’era una volta la Serie A1 femminile nel piacentino, e i trofei cascavano come pioggia. Erano gli anni d’oro della Rebecchi Nordmeccanica Piacenza, formazione due volte campionessa d’Italia che ha popolato la provincia di giocatrici importanti come le sorelle Bosetti, Sansonna, Cardullo, de Kruijf e non solo. Quella realtà oggi non esiste più, ma a raccoglierne la passione e il know-how è stato un papà, Corrado Marchetti, presidente della emergente Volley Academy Piacenza. Il progetto è tra i più ambiziosi: diventare un polo della pallavolo giovanile italiana e contrastare l’ascesa delle grandi corazzate che da anni dominano nelle Finali nazionali.

Volley Academy Piacenza

E l’impressione, parlando con chi ogni giorno porta avanti la società, è che ci sia davvero l’ambizione di provare a raggiungere la vetta e tentare di spodestare Volleyrò, Volley Pool Piave e le altre big del mondo giovanile. “Nella pallavolo hai due possibilità: o investi su una prima squadra o investi su un settore giovanile – spiega il presidente Marchetti. La seconda la fanno in pochissimi, perché chi investe preferisce farlo dove ci sono i riflettori della Serie A. Con il budget a disposizione avremmo potuto fare un’A2, ma questo non mi interessava. Amo lo sport, so quanto è importante per i ragazzi e le ragazze, e per questo ho preferito fare qualcosa che fanno in pochi”.

La Volley Academy Piacenza è nata ufficialmente in questa stagione, pur esistendo dal 2018. Dopo essersi appoggiata al River Volley e lavorato con un allenatore preparato come Mauro Chiappafreddo, ecco i primi passi con le proprie gambe. “La nostra idea fin da subito è stata di investire sulla managerialità di dirigenti e allenatori. Per questo abbiamo scelto Augusto Sazzi come coach e Giancarlo Quartieri come direttore sportivo. Figure importanti che lo fanno per passione, ma soprattutto per lavoro e per raggiungere risultati importanti. Prima abbiamo creato un organigramma di livello, poi abbiamo preso le ragazze da tutta Italia. E quindi foresteria, tutor, mental coach, nutrizionista e via dicendo. Abbiamo lavorato al contrario, gettando prima di tutto delle basi solide”. Ma non è un progetto finalizzato solo ed esclusivamente ai risultati sportivi.

Volley Academy Piacenza

Si vince e ci si diverte in palestra, ma per la VAP è fondamentale crescere anche dal punto di vista culturale, artistico e storico. Le tante iniziative extra-campo, organizzate con Comune e Rotary Club, ne sono la dimostrazione: “Il nostro slogan è ‘vinci, cresci e divertiti’. Si gioca per vincere, ma ci teniamo molto al crescere”. E per arrivare in alto bisogna prima di tutto accettare la sconfitta, imparare ad assimilarla: “Vicino al nostro palazzetto (la Bellotta di Pontenure) si è tenuta una battaglia molto importante nella Seconda Guerra Punica, in cui i romani furono sconfitti: la battaglia del Trebbia. Tutto questo è successo nei luoghi in cui ci alleniamo, proprio vicino al nostro palazzetto. Per questo abbiamo invitato due professori per raccontare la battaglia del Trebbia, per spiegare la cultura della sconfitta e perché crediamo che sia soprattutto da questa che si impara”. Scipione, infatti, perse sì la battaglia, ma vinse in seguito la guerra con Cartagine analizzando e ragionando sui motivi di quella disfatta.

Ma com’è nata la passione per il volley? “Tutti i presidenti si appassionano grazie ai figli – ammette Marchetti. Avevo cominciato a dare una mano alla società dove giocava mia figlia, poi mi sono voltato ed ero da solo. A quel punto ho deciso di creare la mia realtà. La passione me l’ha trasmessa mia figlia, ma anche Giovanni Rebecchi che è stato un mio cliente. Ha vinto due scudetti a Piacenza con la Nordmeccanica ed è stato lui che mi ha fatto conoscere questo sport”.

E l’obiettivo a lungo termine può essere colmare il vuoto lasciato dall’addio di Piacenza in Serie A? La domanda sorge spontanea, ma sul tema il presidente è irremovibile: “No, no, no. Voglio rimanere nel settore giovanile, permettere ai ragazzi di seguire un sogno. Non so quante delle nostre atlete giocheranno in Serie A, ma tutte stanno sognando e già questa è una cosa, per me, eccezionale. Mi piace vedere la loro passione quando si allenano, e per questo voglio dare l’occasione di crescere e inseguire un sogno che, spero, si realizzi per qualcuna”. Una in Serie A ci è già arrivata, ed è Emma Barbero del Club Italia. Premiata come miglior libero agli Europei Under 17 dello scorso settembre, per la VAP è stato un primo risultato che certifica la qualità del lavoro svolto fin qui.

CEV

Sono solo quindici le giocatrici che vivono l’ambiente Volley Academy Piacenza. Un roster di ragazze tra i 14 e i 17 anni che partecipano ai campionati Under 17 e 19, con il grande scoglio della Serie B2 a cui partecipare soprattutto per farsi le ossa e per mantenere alta l’asticella. Diverse le squadre del territorio che hanno deciso di cedere in prestito le atlete più interessanti, consapevoli che giocare nella VAP vuol dire investire sul talento. Il coach, Augusto Sazzi, ha vinto pressoché tutte le categorie fino alla Serie A2 e ha vissuto la massima serie con Modena. Con un tecnico così in panchina, è impossibile non ambire ai posti più alti in Italia: “Come obiettivo ci siamo dati le finali Nazionali sia con l’Under 17 che con l’Under 19 – spiega Marchetti. Ne abbiamo la possibilità, ma parliamo sempre di sport e come tale può succedere di tutto. Spero che non ci siano problemi perché l’anno scorso abbiamo fatto tutto il campionato regionale Under 16 senza perdere un set. Avevamo una squadra davvero importante. Mai nessuno a Piacenza aveva ottenuto un traguardo del genere. Peccato”.

Una formazione con talenti importanti e cognomi importanti. Chiara Cecchini al centro, neo-arrivata da Orago, e poi Luna Cicola e anche Mia Zlatanov. Indimenticabile ciò che papà Hristo ha fatto con Piacenza e per Piacenza. Prima campione d’Italia nel 2009 e ora general manager della Bluenergy Gas Sales, uno dei giocatori più importanti nella storia del volley italiano: “Il fatto che Mia Zlatanov giochi da noi ci fa capire che stiamo lavorando bene. Hristo, suo papà, conosce tutto il mondo del volley: procuratori, squadre, allenatori. Sa dove si fa pallavolo bene e male. Quando gli spiegammo il progetto e venne a vedere l’organizzazione, dopo un’ora disse: ‘Mia rimane qua’. Ed è una grande soddisfazione, vuol dire che il progetto sta andando nel verso giusto”.

Il progetto della Volley Academy Piacenza naviga a gonfie vele. Non manca nulla, dal comparto tecnico a quello manageriale. Dalla foresteria alla palestra, la Bellotta, acquistata dalla curia e messa a nuovo. Si lotta in tutti i modi per permettere alle ragazze di crescere, anche nel rispetto delle norme sanitarie anti-Covid: “Abbiamo fatto tanti investimenti. Sanifichiamo palestre e pullmini tutte le settimane, ogni quindici giorni facciamo tamponi. I genitori sono molto tranquilli perché hanno visto una grande attenzione. Lottiamo fino alla fine per farle giocare. Abbiamo anche una mascotte che si chiama Pappavolo. Ora il costume è vuoto perché non c’è il pubblico”. E la speranza è che possa al più presto tornare a essere indossato.

IL DIARIO DEL VOLLEY GIOVANILE
Cap. 8: Volleyrò, la corazzata della pallavolo giovanile
Cap. 7: Il viaggio di Antropova: Russia-Italia solo andata
Cap. 6: 50 anni di Volley Pool Piave
Cap. 5: Orago, l'accademia della pallavolo
Cap. 4: L'anno zero del Certosa Volley
Cap. 3: Visette si regala la Serie B1
Cap. 2: Ribechi, la schiacciatrice dei record
Cap. 1: Ituma, a 15 anni sulle orme di Egonu

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