Tennis, Australian Open: Federer brutto e vincente, Millman abbattuto dopo 4h di battaglia

Finisce 4-6, 7-6(2), 6-4, 4-6, 7-6(8), con il campione svizzero che al super-tiebreak recupera dal 4-8 al 10-8 vincente

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Roger Federer centra gli ottavi di finale degli Australian Open dopo oltre quattro ore di faticosissima battaglia con il beniamino di casa John Millman, che lo costringe a cinque set e al super-tiebreak. Finisce 4-6, 7-6(2), 6-4, 4-6, 7-6(8) per l'eterno campione di Basilea, che recupera un set, lo riperde e nel finale rimonta incredibilmente dal 4-8 al definitivo 10-8. Ora per lui arriva la sfida con l'ungherese Marton Fucsovics.

L'importante è non ricordargli che ha 38 anni, e che il prossimo mese di agosto le candeline sulla torta saranno 39. Roger Federer scrive un nuovo capitolo nella sua già infinita leggenda e sceglie il modo migliore per raggiungere quota 100 vittorie agli Australian Open: una vittoria memorabile, artigliata con le unghie a un passo dalla capitolazione, ottenuta peraltro contro un avversario che rappresentava una piccola nemesi e che godeva del tifo assordante degli spalti. Le oltre quattro ore, i cinque set, i 358 punti complessivi e il super-tiebreak al cardiopalma che chiudono la storia arrivano infatti contro John Millman, australiano numero 47 del mondo che però era stato in grado di eliminarlo dagli Us Open del 2018. Era stato il momento più luminoso di una carriera ancora tutta da decifrare, ma King Roger non dimentica. E sceglie proprio Melbourne e l'Australia per prendersi una piccola, grande rivincita nei confronti del trentenne originario di Brisbane.

E Millman parte come meglio non potrebbe, andandosi a prendere il break del 3-1 nel primo set e non perdendo la testa nemmeno al momento del controbreak: il decimo game lo vede infatti strappare nuovamente il servizio al leggendario campione di Basilea, che sembra in serata decisamente no (come confermato da addirittura 14 errori non forzati in appena un set). Federer prova faticosamente a riportarsi in carreggiata, ma ci riesce nel secondo set tramite un tie-break che non sembra cancellare i dubbi su uno stato di forma certamente non degno dei giorni migliori. Tutto cambia nel terzo set, il primo giocato veramente ai suoi livelli da King Roger, che capisce che contro questo Millman non è uno scherzo: gli errori continuano a non mancare, ma l'elvetico punta con convinzione al traguardo e mantiene sempre il turno di battuta, salvo trovare il break decisivo nell'ultimo punto del set, quello che vale il 6-4.

La stanchezza però inizia a picchiare inesorabile, Millman se ne accorge e nel quarto set costringe il blasonato avversario al superlavoro: ne conseguono una serie di problemi che un Federer fresco non conosce (come alcuni doppi falli ed errori di misura). L'australiano non rischia nulla e in tre quarti d'ora pareggia nuovamente il conto dei set: che nemmeno per lui sia una passeggiata lo dimostra però il cambio delle scarpe e dei calzini, che rivela un vero e proprio ruscello di sudore. Il pubblico è in gran parte da parte del padrone di casa, fatalmente, eppure nel quinto set a Federer riesce anche questa impresa: spostare il pendolo emotivo degli spalti, con alcuni colpi a effetto che convincono anche gli australiani a esplodere di entusiasmo per la sua resistenza. Millman si porta infatti di nuovo avanti di un break, ma Federer lo pareggia immediatamente al termine di un quarto game da 12 punti. La tensione aumenta, ma l'equilibrio non crolla. Si va quindi al super-tiebreak e sembra fatta: un Federer esausto si trova sotto di quattro punti, con Millman che deve realizzarne due per vincere. Peccato che dall'altra parte ci sia King Roger, che ne infila sei uno dopo l'altro e si prende un 10-8 che riassume tutto il suo tennis: classe, calma, convinzione, tecnica e tanto, tanto, tanto temperamento.

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