Roma, a Ponte Milvio l'ultimo saluto a Nicola Pietrangeli
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Il racconto dell'ultimo saluto al grande tennista azzurro scomparso l'1 dicembre a 92 anni
di RedazioneA poche ore dalla commemorazione sulla terra rossa del campo a lui dedicato al Foro Italico, Roma ha dato l'ultimo saluto a Nicola Pietrangeli con un funerale in forma privata nella Chiesa della Gran Madre di Dio a Ponte Milvio. A celebrare la funzione è stato Don Renzo Del Vecchio, lo stesso che poco prima aveva guidato la preghiera sul centrale: "Amava avere l'ultima parola e finalmente potrà dirla al Signore", ha detto nell'omelia, ricordando l'uomo prima che il personaggio. "Ho pensato a lui nei momenti di solitudine e di paura… La sua ironia? Una qualità delle persone intelligenti. Me lo immagino mentre incontra il più grande di tutti, e magari trova qualche difetto anche a Gesù Cristo".
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Nel silenzio raccolto della chiesa ha parlato anche Giovanni Malagò, presidente del Coni, visibilmente emozionato: "Sono andato a trovarlo sabato pomeriggio, all'ultimo. Mi ha detto: 'Per me resterai sempre Giovannino'". Tra i primi ad arrivare a Ponte Milvio c'era il principe Alberto di Monaco, amico di Pietrangeli da decenni: "Era un uomo splendido. Tenevo molto a essere qui, sono molto emozionato". Poco dopo è giunto Fabio Fognini: "È un giorno triste per lo sport italiano. Con Nicola ho avuto un rapporto bellissimo, mi ha trasmesso il valore della maglia azzurra. Ci mancherà il suo stile giocoso, la sua persona. Per il nostro tennis è stato anche un parafulmine". All'uscita, Gianni Rivera ha ricordato Pietrangeli con il sorriso: "Mi disse: 'Sei stato fortunato che tra calcio e tennis io abbia scelto il tennis…'. È stato davvero un grande numero dieci".
La chiesa era gremita di volti noti dello sport e delle istituzioni: il ministro per lo Sport Andrea Abodi, i presidenti del Coni e del Cip Luciano Buonfiglio e Marco Giunio De Sanctis, Adriano Panatta, Franco Carraro, Mario Pescante, Licia Colò. Tutti riuniti per l'ultimo abbraccio al primo grande campione del tennis italiano, scomparso "in punta di piedi", come ha detto il presidente Binaghi, lasciando un vuoto profondo nel suo mondo e nel cuore di chi lo ha conosciuto.
IL RACCONTO DELLA GIORNATA
Sul campo del centrale, vicino al feretro, c'erno il trofeo della Coppa Davis che Pietrangeli ha vinto da capitano nel 1976, dei fiori bianco azzurri, un maxi schermo installato con le sue immagini e le note di Charles Aznavour. "Tutto come voleva lui - dice commosso il figlio Marco - Il posto e le musiche sono quelle". Poi ancora: "Sì è commosso per l'ultima Davis vinta, per lui indossare la maglia azzurra era importante". Mentre sulle condoglianze in forma privata di Sinner dice di "non aver guardato". Tra i primi a dare l'ultimo saluto a Pietrangeli c'è il presidente del Coni, Luciano Buonfiglio. "Va via la storia e le storie come le sue non muoiono mai - le parole del n.1 dello sport italiano -. Ci ha lasciato un messaggio del quale tutti dovremmo renderci conto".
Petrucci: "Doveroso intitolargli campo del Foro Italico"
"Questo stadio si doveva intitolare a lui, l'ho fatto volentieri". Lo ha detto Gianni Petrucci, oggi presidente Fip, presente alla camera ardente di Pietrangeli e che da n.1 del Coni fece intitolare il campo del Foro Italico all'ex campione di tennis. Per Alessandro Onorato, Assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma, Pietrangeli "era un'icona di stile" e "anche le sue critiche dimostrano l'intelligenza della persona che resterà eterna". Uno dei figli di Pietrangeli, Filippo, invece, lo definisce "il nonno del tennis di oggi", mentre non entra nel merito delle condoglianze di Sinner effettuate in forma privata perché "ognuno fa quello che sente". Tantissime poi le corone mandate, da quella della federazione tennis e padel a quella di Sport e Salute, fino allo stendardo della Lazio calcio. Davanti al feretro anche due racchette una di quando vinceva e l'altra con cui ha partecipato a Tennis&Friends.
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Il figlio Marco: "Stupito da tanto affetto"
"Sono piacevolmente stupito dall'affetto di tutta l'Italia... scusatemi, ma è dura": lo ha detto con le lacrime agli occhi Marco Pietrangeli ricordando il padre Nicola alla camera ardente allestita sul campo che porta il suo nome al Foro Italico. Lo ha fatto mentre risuonavano le note di 'Hier Encore' Charles Aznavour, la musica che lo stesso Pietrangeli aveva chiesto per il suo ultimo saluto: "Questa è la sua musica, richiesta appositamente. Spero che mettano quando esce 'My Way'". Nel ricordarlo, Marco ha tracciato il ritratto privato di un uomo "scanzonato, ironico, dissacrante, come dite voi... ma era lui", capace di confrontarsi con chiunque. E poi la Coppa Davis, la sua ossessione sportiva: "Se non fosse stato così attaccato alla Coppa Davis magari avrebbe pure guadagnato qualche cosina in più... però lui era malato di questa cosa. Per lui la maglia azzurra era tutto. Indossarla era importantissimo".
Buonfiglio: "Storie come la sua non muoiono, vanno avanti"
"Se ne va la storia. Ho avuto il piacere di conoscerlo da vicino, chiacchierarci tante volte, le sue erano parole piene di esperienza e di ironia, è sempre stato disponibile, ti metteva a tuo agio, non facendo mai pesare quello che ha fatto". Così il presidente del Coni Luciano Buonfiglio, alla camera ardente di Nicola Pietrangeli al Foro Italico di Roma. "É una storia, e le storie come la sua non muoiono, vanno avanti" ha aggiunto. Commentando le parole del figlio di Pietrangeli, Filippo, sul fatto che per il padre la maglia azzurra fosse tutto, Buonfiglio ha dichiarato: "Quando raggiungi la maglia azzurra per molti sportivi raggiungi tutto, ti senti immortale, vuol dire che hai superato qualche limite, con capacità, passione e fortuna, lui ha avuto una vita piena, una bella famiglia e il mondo dello sport è qui a salutare una grandissima persona e un grande amico".
Garbin: "Pietrangeli straordinario, amava il tennis femminile"
"Amava il tennis femminile. Nei giorni in cui Jannik vinse il Next Gen, si parlava con Nicola e Lea Pericoli e lui diceva sempre che le donne dovevano fare le palle corte. Di consigli divertenti ne abbiamo sentiti tanti, lo ricordiamo con tanto amore". Queste le parole della capitana della Nazionale di Billie Jean King Cup, Tathiana Garbin, presente alla camera ardente di Nicola Pietrangeli. "Nicola è una persona straordinaria che ci ha lasciato un ricordo importante, non solo per la leggenda che era ma perché era una persona che sapeva portare sorriso anche nei momenti più difficili - ha aggiunto -. Come Lea Pericoli, Nicola ha portato tanta eleganza sportività. Oggi abbiamo degli idoli, dei ragazzi straordinari che portano degli esempi che fanno bene allo sport in generale".
Binaghi: "Pietrangeli era il tennis, via in punta di piedi"
"Ha deciso di andare via in punta di piedi aspettando i due mesi più belli del tennis italiano": così Angelo Binaghi, presidente della Fitp, durante la camera ardente di Pietrangeli al Foro Italico. "A lui piaceva essere una voce fuori dal cuore - ha aggiunto -. I nostri ragazzi oggi non hanno avuto tempo di conoscere bene Nicola e apprezzarne i nostri valori com'è successo a noi, ma lui è stato il tennis italiano". Presenti alla commemorazione anche alcuni dei tennisti con i quali ha vinto la Davis del '76 come Adriano Panatta e Tonino Zugarelli.
Pietrangeli, Volandri: "Ci ha insegnato ad amare Davis e maglia azzurra"
"Nicola ci ha insegnato ad amare la Davis, il valore di indossare la maglia azzurra, un po' tutto è partito da lui e così lo vogliamo ricordare" ha detto Filippo Volandri capitano dell'Italtennis, alla camera ardente di Nicola Pietrangeli al Foro Italico. "Lo abbiamo sempre visto attaccato a questa coppa, mi piace pensare che abbia voluto aspettarci in questa terza vittoria, fa parte di lui" ha detto. "Un'icona, con un tennis elegante, come era lui, lo ricordiamo così" ha concluso Volandri.