L'ex tennista spagnolo a L'Equipe: "In tanti parlano senza sapere, non ha avuto trattamenti di favore"
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A pochi giorni dal via del Roland Garros Rafa Nadal, il re del torneo dall'alto dei suoi 14 trionfi, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano francese L'Equipe in cui prende le difese a spada tratta di Jannik Sinner per il caso Clostebol. Anche in passato, l'ex tennista spagnolo aveva mostrato grande solidarietà con il numero 1 al mondo, confermata in quest'ultima chiacchierata. "Sono assolutamente convinto che Jannik non abbia mai voluto barare o fare qualcosa di illecito. Ne sono sicuro, ci scommetterei la vita - le parole del maiorchino - C’è sempre molto rumore attorno a questo genere di cose e quando succede è un male per tutti. Credo abbia vissuto l’inferno per un anno. Ovviamente, per il tennis, questo genere di cose è negativo. Dopodiché, se dubitiamo di tutto nella vita, possiamo mettere in discussione tutto. Dico solo che mi fido di Jannik".
Nadal ne ha anche per i detrattori di Sinner, guidati dal capopolo Nick Kyrgios, che da quando è esploso il caso non smette mai di dubitare della buona fede del collega e ribadisce a più riprese la sua colpevolezza. "E così come ho fiducia in Jannik ho fiducia anche nella giustizia. Non mi piace esprimere la mia opinione su cose che non conosco. Quindi capisco che quando il sistema giudiziario prende decisioni, è perché ha tutte le informazioni necessarie che noi non abbiamo. Per questo motivo non mi piace vedere altri giocatori parlarne senza avere le informazioni necessarie - ha attaccato Rafa -. Le persone che ne sono dotate, durante l’intero processo, sono quelle che devono prendere le decisioni e giudicare i fatti.
Sull'accusa di trattamento diverso dagli altri perché numero 1 al mondo. "Non credo che Jannik sia stato trattato diversamente perché numero 1 al mondo. Non ci credo. Per 20 anni mi sono sottoposto a tutti i controlli, ogni anno molto numerosi. So quanto sono severi. Se sono state prese decisioni a favore di Jannik, scusandolo e dichiarandolo non colpevole, è perché il tribunale che ha dovuto analizzare i fatti aveva tutte le prove e tutti gli argomenti per prendere questa decisione. E noi non abbiamo tutto questo. Penso che sia un modo per creare confusione e mi sembra ingiusto".