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Coni, Pancalli: "Appartengo a tutto lo sport, sogno comitato autonomo e indipendente"

26 Giu 2025 - 12:12
 © italyphotopress

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 "Per me è un giorno particolare. Esattamente 44 anni fa, io cadevo da cavallo. Ed ero partito da questo centro, partivo e sono tornato. Nonostante la vita mi abbia indicato una nuova traiettoria, lo sport ha sempre fatto parte della mia vita. Qualcuno mi ha voluto dipingere come uno che appartiene solo a una parte dello sport. Io appartengo a tutto lo sport italiano, con orgoglio e fierezza. Sono stato atleta paralimpico, presidente del Cip, l'ho vissuto da vice presidente del Coni, ho vissuto il commissariamento della Federcalcio, l'ho sempre fatto con determinazione e umiltà, per restituite allo sport quanto mi ha dato la possibilità di fare nella vita". Così Luca Pancalli, candidato alla presidenza del Coni, rivolgendosi ai delegati del Consiglio elettivo del Comitato olimpico nazionale italiano in corso al centro di preparazione olimpica 'Giulio Onesti'.

"Non nascondo un po' di emozione - aggiunge Pancalli - non è un giorno qualsiasi e questo non è un luogo qualsiasi. Non avrei mai immaginato nella vita di trovarmi candidato ala presidenza del Coni. Non è un luogo qualsiasi, questo luogo intitolato a Giulio Onesti rappresenta tantissimo. Se questi prati, queste foresterie, potessero parlare racconterebbero le storie di migliaia di atlete ed atleti che hanno vissuto qui dentro. Con la loro determinazione e pensando ai risultati sportivi straordinari. Essere presidente del Coni significa tenere insieme un sistema vivo, fatto di uomini, donne, le loro storie, i loro volti, la passione e le idee, che devono trovare un momento di confronto e costruzione, tutti sappiamo che si lavora all'unisono con il solo obiettivo del bene del Coni di cui il nostro Paese va fiero. Soprattutto per quei valori culturali che lo sport ha. Siamo secondi soltanto al sindacato come rete associativa".

"In questi lunghi mesi ho avuto modo di ascoltare le voci dei presidenti federali, di sentire le voci di enti promozione sportiva, delle dia, le benemerite, gli atleti, i tecnici. Ho ascoltato con umiltà, ciò non mi ha portato a un programma ma alla consapevolezza che si debba andare verso una certa direzione. Un Coni autonomo e indipendente, che sappia dialogare con la politica con il rispetto ma senza mai essere subalterno", prosegue il presidente uscente del Comitato italiano paralimpico, auspicando che "il Consiglio nazionale debba tornare ad essere sempre più un luogo dove ci si confronta sulle idee. Un luogo di indirizzo e politiche sportive, penso a un Coni partecipato, che sappia coinvolgere tutti. Un Coni che ponga al centro le atlete e gli atleti. Dobbiamo avere la capacità di mettere al centro temi seri, come il gender balance, guardando in collaborazione con Sport e Salute alle aree più disagiate del Paese, guardare alla giustizia sportiva, al lavoro sportivo. Recuperiamo la capacità di autodeterminarci. Non aspettiamo che qualcuno lo faccia per noi. Il futuro non è ciò che accadrà ma quello che sapremo fare insieme".

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