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Un anno a tutto Conte, l'uomo che scrive la storia degli scudetti: impresona leggendaria

Dalla prima sconfitta alla marcia trionfale, come ha vissuto il tecnico azzurro l'annata dello scudetto: proclami, vittorie, tensioni e...

di Carlo Landoni
23 Mag 2025 - 23:25
Antonio Conte © IPA

Antonio Conte © IPA

Mercoledì 26 giugno il Palazzo Reale, la residenza dei Viceré spagnoli, apre le sue dorate porte al suo nuovo condottiero Antonio Conte, perché Napoli possa risorgere a nuovo Rinascimento. Tra sale magnifiche e una percezione profonda della Storia, l’uomo che scrive la storia di... scudetti pronuncia il suo manifesto programmatico: “Amm’a fatica”, “Mi hanno chiesto se avevo paura di allenare il Napoli, ma paura di cosa?”, “Vogliamo diventare l’alternativa credibile ai soliti noti che vincono lo scudetto”. APPLAUSI.

Conte, l'uomo dei campionati: i sei titoli vinti da allenatore

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© italyphotopress  | 2011-2012: la Juventus ha terminato la stagione da imbattuta con una difesa quasi inespugnabile (solo 20 gol subiti)
© italyphotopress  | 2011-2012: la Juventus ha terminato la stagione da imbattuta con una difesa quasi inespugnabile (solo 20 gol subiti)
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© italyphotopress | 2011-2012: la Juventus ha terminato la stagione da imbattuta con una difesa quasi inespugnabile (solo 20 gol subiti)

© italyphotopress | 2011-2012: la Juventus ha terminato la stagione da imbattuta con una difesa quasi inespugnabile (solo 20 gol subiti)

Conte il vincente, Conte però lo juventino, perché alla Juventus ha scritto pagine di storia bianconera e lui non dimentica. Allora capita che durante il ritiro in Trentino, dove la squadra prende atto di cosa sia il METODO CONTE, corsa, sudore, fatica, tanto che a ogni fine allenamento persino un gigante come Anguissa stramazza al suolo boccheggiando, il popolo azzurro canta “Chi non salta juventino è”. Il condottiero Conte dal palco stoppa il coro e proclama “Non mi chiedete cose che non farò, sappiate però che qui avete davanti il primo tifoso del Napoli”. OVAZIONE, BOATO, ENTUSIASMO.

Il mercato di rafforzamento è bloccato dall’affaire Osimhen, comincia il campionato. Prima giornata Verona-Napoli 3-0, secondo tempo indegno. Conte prende la parola “Chiedo umilmente scusa ai tifosi, il mio cuore sanguina, spero anche quello dei calciatori”. PUNTO, TUTTI ZITTI, BOOOOMMMM….

C’è da ritrovare l’anima di una squadra smarrita che ha perso le sue certezze. Aiutano gli arrivi sul gong del mercato di McTominay, Gilmour, David Neres e Lukaku, l’uomo di fiducia di Conte. Il belga, terza giornata entra nel finale di partita con il Parma et voilà ecco la magia, Napoli-Parma da 0-1 a Napoli-Parma 2-1. È l’inizio di una cavalcata inattesa, Conte prende di forza il comando della classifica. Via con la litania mediatica, sostenuta dal suo curriculum, del tipo: quando Antonio va in testa nessuno lo prende più.

Inter e Napoli, Napoli e Inter, il campionato racconta che lo scudetto è affar loro. “La corazzata Inter” definisce Conte così la sua ex squadra, di più “l’Inter ha due squadre e mezzo”. SENTENZA! A San Siro finisce 1-1, con rigore fallito da Chalanoglu. Conte a fine partita è un fiume in piena “Se c’è un errore il Var deve intervenire, è una cosa che mi fa arrabbiare e fa arrabbiare anche gli altri allenatori, così si lascia spazio ai retropensieri. È un bellissimo strumento, ma solo se usato in maniera seria”. BOOOMMMM…

Conte chiude il girone di andata primo in classifica. C’è da godere. Invece no. Mercato di riparazione: Kvaratskhelia, il top player del Napoli se ne va a Parigi.  ADIEU, AU REVOIR. L’allenatore non le manda a dire “Kvara ha chiesto di essere ceduto, sono deluso, faccio un passo indietro”. Chi al posto del gerogiano? Ecco Garnacho dal Manchester United, anzi no. Ecco Adeyemi dal Borussia Dortmund, anzi no. Ecco Saint Maximin dall’Al Alhi, anzi no. Ecco Okafor dal Milan, rifiutato dal Lipsia. Conte è una furia, spifferi raccontano dalle segrete stanze: “Abbiamo perso un calciatore importante come Kvara e non è stato sostituito, non buttiamo fumo negli occhi, nessuno può dire che ci siamo rinforzati”. BOOOOMMMMM…

Conte isola la squadra, rinsalda lo spirito del gruppo, lavora duro al quartier generale del Napoli, nessuno che non faccia parte dello staff tecnico può metterci piede. Il Napoli comunque corre, poi trotta, poi rallenta, quindi inciampa. Conte deve fare i conti con la pareggite, le rimonte subite all’ultimo minuto, gli infortuni in serie… jella, sfortuna, quella cosa lì… Perde la vetta, testimone di prima della classe consegnato all’Inter. Appunto, Napoli-Inter, sfida scudetto, finisce 1-1, grazie Billing, l’uomo del destino. Entra in campo nel finale e segna. Conte urla: “meritavamo di più, l’Inter è una corazzata costruita negli anni, ma noi con carattere e determinazione possiamo dire la nostra”. BOOOOMMMM… Il presidente De Laurentiis così sui social: “Non è un punto in meno dall’Inter che ci deve spaventare, noi siamo una grande squadra con un grande allenatore”. EUFORIA, ESALTAZIONE. Ma anche dichiarazione d’intenti. Sdoganata la parola scudetto, e chissene della scaramanzia. “Saranno 10 finali” il grido di battaglia dell’highlander Conte.

Bologna la dotta, diventa la fatal Bologna per l’Inter. E l’ex Ranieri con la Roma non si fa attanagliare dai sentimentalismi. Conte ringrazia, riprende la vetta della classifica, ma Monza la città della corona ferrea diventa la città della corona di spine. Bordate una dopo l’altra: “In otto mesi a Napoli ho capito che certe cose non si possono fare” sentenzia Conte alla vigilia. BOOOOMMMM! Replica radiofonica pacata del presidente De Laurentiis: “Certe riflessione creano disagio, meglio farle a fine stagione”. Mano tesa ma qualcuno racconta che il presidente sia stato convinto a fatica a evitare repliche tonanti.

Monza-Napoli 0-1, altra esplosione contiana “Io porto aspettative, chi prende Conte dice: o arriva primo o secondo. Io posso fare da garante su tutto però non sono stupido.  Ci deve essere una programmazione seria e non frutto dei miracoli. Non ho voglia di essere massacrato. Proveremo a vincere il campionato, questi ragazzi se lo meritano perché si ammazzano. Poi decideremo cosa fare. Bisogna avere rispetto, sono state fatte trasmissioni dicendo cose che non c’entrano nulla. Mi devo proteggere, se non si potrà sarà stato un viaggio bellissimo. Non posso mettere il mio fondoschiena per essere abusato”.  BOOOMMMM… BOOOOOMMM… BOOOMMM… ESPLOSIONE NUCLEARE, FUNGO ATOMICO.

È separazione? È addio? C’è la Juventus dietro? RUMORS, INDISCREZIONI. Conte e il suo futuro diventa argomento da prima pagina. “I tifosi mi chiedono di vincere lo scudetto, il resto è noia”. CITAZIONE CANORA. Jolly, bonus sprecato con il Genoa. Tutto perduto? No, ma vietatissimo sbagliare.

A Parma è una montagna russa di emozioni. Il Napoli non sfonda. L’Inter va a segno con Bisseck, sorpassone, anzi no il laziale Pedro risistema la classifica, Napoli ancora primo, nerazzurri secondi. Conte teso, nervoso, ansioso, vede rosso, espulso. Poi gol Inter altro sorpasso, tutto finito anzi no, riecco San Pedro de Tenerife. NUOVO SANTINO DI NAPOLI, CERI VOTIVI. GRAZIE SAN GENNARO.

Napoli ancora primo della classe. Scongiurato per il condottiero, un altro 14 maggio, data contiana nefasta quando da calciatore della Juventus all’ultima giornata, nel diluvio di Perugia, da capolista si vide sverniciare dalla Lazio, scudetto evaporato. Ciò che la Lazio toglie, la Lazio ridà. KARMA. Questa volta Conte sfinito, esausto ha ancora il destino nelle sue mani. Ma troppe emozioni: “Mi arrendo è troppo per me è troppo questa piazza per me”. Poi l’urlo di battaglia alla Wallace di Bravehaeart: “Andiamoci a prendere lo scudetto”.

Detto fatto, con il Cagliari è S-C-U-D-E-T-T-O. Apoteosi, tripudio, festa, miracolo, meraviglia, prodigio. Napoli campione d’Italia per la quarta volta, Conte campione d’Italia per la quinta volta, mai nessuno in oltre un secolo di Serie A come lui, scudetto con tre squadre diverse, Juventus, Inter, Napoli. IMPRESONA LEGGENDARIA. CHAPEAU.  

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