IL RITIRO

Dovizioso saluta la MotoGP: dal sogno Mondiale ai "nemici" al box, la carriera

Il pilota forlivese chiude l'esperienza in moto dopo 21 anni nel Mondiale, carriera condita da un titolo iridato e da cinque da vice campione

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© Getty Images

Con la bandiera a scacchi del GP di San Marino e della Riviera di Rimini cala il sipario sulla carriera nel Motomondiale di Andrea Dovizioso, che a 36 anni ha deciso di ritirarsi anzitempo. Quella del pilota forlivese è stata una carriera esaltante ed emozionante in sella alle moto di Aprilia, Honda, Ducati e Yamaha, condita da 24 successi e 103 podi che gli hanno permesso di vincere un titolo mondiale in 125 ed essere per ben cinque volte vice campione.

Posteggiare la moto ai box e appendere definitivamente casco e guantoni al chiodo non è di sicuro facile per Dovi che, nelle ultime settimane, ha convissuto con la consapevolezza che l'appuntamento di Misano si stava avvicinando sempre più. Il GP del ritiro annunciato è arrivato e anche se il finale non è stato dei migliori, il pilota forlivese può guardarsi indietro soddisfatto e sorridente per una carriera ventennale che ha portato lustro e tante gioie all'Italia dei motori. La scelta di Misano non è casuale perché, oltre a essere il tracciato di casa, è dove tutto è iniziato agli albori della carriera del 36enne che oggi, consapevole di non poter fare la differenza in sella alla Yamaha del team RNF, ha optato per concludere anzitempo il suo lavoro.

Dal 2001, anno di debutto nel Mondiale 125 con Aprilia dopo aver vinto il campionato nazionale nel 2000 e il campionato europeo, Dovizioso si è sempre fatto notare. Dopo le prime sfortunate uscite con la Casa di Noale, dal 2002 al 2011 il nome del pilota di Forlimpopoli è stato saldamente legato a Honda, scuderia con la quale ha conquistato il titolo Mondiale in 125 nel 2004, unico titolo iridato raggiunto da un Dovi che nelle stagioni successive ci è sempre andato vicinissimo vedendo sfumare il sogno a pochi passi. Diventato uno dei piloti di riferimento nello scacchiere della 250 prima e della MotoGP poi, il connubio Dovi-Honda si è concluso nell'anno della morte di Marco Simoncelli, storico avversario di Dovizioso sin dai tempi delle minimoto.

Dopo la breve parentesi in Yamaha col team Tech3 e il quarto posto nel Mondiale, l'occasione più importante arriva con Ducati. Col compito di far dimenticare i due anni bui vissuti con Rossi, il team di Borgo Panigale ha scommesso forte su Dovizioso che però, prima di riuscire a ingranare la marcia giusta per la strada verso il podio, ha dovuto attendere. Dal 2014 al 2016 arrivarono alcuni piazzamenti in zona podio, la vittoria a Sepang, dopo un digiuno durato sette anni, e altri invece dimenticare che lo portarono a chiudere tra la quinta e la settima in classifica. Relegato anche a seconda guida al fianco di Lorenzo, la svolta arrivò dal 2017 quando "DesmoDovi" conquistò otto podi (sei successi) chiudendo col titolo di vice campione alle spalle di Marc Marquez. Nei due anni successivi la storia proseguì con lo stesso copione, con un Marquez schiacciasassi e un Dovi nemico designato de rivale al titolo per il "Cabroncito" che però, già quattro volte iridato in MotoGP, non lasciò scampo all'italiano trionfando nel Mondiale anche nel 2018 e nel 2019.

L'occasione più ghiotta, quella non sfruttata e mordersi ancora le mani, è stata però quella del 2020. Con Marquez out a causa della caduta di Jerez che gli ha portato la frattura dell'omero, Dovizioso era dato come favorito assoluto per il titolo che però, alla fine della stagione, andò a Joan Mir. Nel corso di quella stagione arrivò anche il contestato divorzio con Ducati, che decise di salutare Dovi e Petrucci per affidarsi a Bagnaia e Miller, con il pilota forlivese che optò per l'anno sabbatico. Dopo la breve parentesi da tester per Aprilia, che voleva puntare su Dovizioso per il 2022 prima di affidare la guida a Vinales, il ritorno in Yamaha non è stato come sperato e nell'anno e mezzo in sella alla M1 del team RNF sono arrivati appena 27 punti e zero podi.

Nel corso della carriera, comunque, Dovizioso ha dovuto vedersela con piloti di assoluto talento come Rossi e Marquez, ma ha anche avuto la sfortuna di vedersi spesso dall'altro lato del box dei compagni-rivali che nessuno avrebbe mai voluto avere. Pedrosa, Stoner, Hayden e Lorenzo sono infatti stati gli ostacoli più grandi per il 36enne che ha sempre disputato una gara nella gara per emergere e imporsi prima in pista e poi nel box. 

Dopo 21 anni del Motomondiale è però arrivato il momento di dire basta in una fase della carriera che, purtroppo per il pilota forlivese, non ha dato nulla in sella. "Ho riflettuto sul fatto che non mi sto divertendo, non sto portando un vantaggio reale a qualcuno" ha detto Dovi qualche giorno fa parlando del ritiro, una scelta che gli ha fatto onore.

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