Maurizio Sarri ha parlato a margine del clinic organizzato a Castiglione della Pescaia alla Valletta Beach Club
“Ho attraversato un momento molto difficile in questo anno dal punto di vista personale, il calcio per qualche mese è passato in secondo piano”. Si apre Maurizio Sarri nel corso del “clinic” che il tecnico toscano organizza ogni anno a Castiglione della Pescaia - alla Valletta Beach Club - durante il periodo estivo. L’incontro è stato anche l’occasione per parlare di diversi argomenti, a cominciare dalla scelta di tornare alla Lazio e i contatti avuti con la Fiorentina: “C’è stato un contatto blando, ma avevo già firmato con la Lazio - ha detto ai microfoni di Tmw -. Ho avuto un sostegno straordinario e commovente dalla tifoseria della Fiorentina, sarò sempre riconoscente di questo”.
Sarri ha poi analizzato alcuni temi che riguardano la Lazio, soffermandosi su tre singoli in particolare: “L’unica incognita che troverò in difesa è Nuno Tavares. È un giocatori forte ma anarchico, se riusciamo a inquadrarlo diventerà fortissimo. Guendouzi è un animale contagioso per chiunque gioca al suo fianco. Ha bisogno del guinzaglio, non riesce mai a fermarsi al 100%, deve sempre andare oltre. Rovella? Avevo detto che aveva bisogno di 50 partita da vertice basso per diventare un top. Gli manca ancora un po’ di palleggio, ma è molto forte”. Tra gli argomenti trattati anche la vittoria del PSG in finale di Champions contro l’Inter: “Hanno dato una lezione al mondo. Hanno deciso di mandare via i top player, hanno abbassato il monte ingaggi puntando su giocatori giovanissimi. Hanno avuto coraggio e sono riusciti a vincere dove Messi e Neymar non hanno vinto”.
In chiusura Sarri è tornato anche sull’avventura alla Juventus, prima di un’analisi sul momento della Nazionale: “La Juve è stata la squadra più difficile da allenare, era asimmetrica. Abbiamo vinto grazie alla freschezza di giocatori come Bentancur. Abbiamo sempre fatto la corsa sull’Inter, la Lazio giocando ogni tre giorni dopo la pausa per il Covid non aveva la rosa per concorrere. In questo momento c’è chiaramente qualcosa che non funziona tra il valore del calcio italiano e il rendimento della Nazionale. Due anni fa siamo arrivati secondi nel ranking UEFA, quest’anno terzi, eppure la Nazionale ha problemi incredibili. Qualcosa non torna, c’è una disconnessione tra il valore dei club e il rendimento dell’Italia. Gattuso? Sono affezionatissimo a Rino, gli dico di essere sé stesso, anche da commissario tecnico della Nazionale, non deve cedere ad alcun compromesso su quello che è il suo modo di fare calcio”.