MOTOGP

 Dovizioso punge Rossi: "È un Vale un po’ diverso da quello che abbiamo conosciuto, non è più... arrabbiato"

Il neocompagno di squadra del Dottore traccia la rotta dopo il poco esaltante rientro nella premier class a Misano Adriatico.

di
  • A
  • A
  • A

Buona la prima? Non esattamente per Andrea Dovizioso che, nel suo ritorno in sella a Misano, ha viaggiato costantemente in coda al gruppo. Nulla di strano, considerata la competitività attuale della Yamaha "malese" ma lo spirito competitivo è intatto, come emerge dalle parole del forlivese alla Gazzetta dello Sport. All'orizzonte ottico si profila il GP delle Americhe ad Austin. In Texas l'ex ducatista è chiamato a muovere qualche passo in avanti.

"Sono qui per giocarmela. Se ho accettato questa sfida non è stato per trovare un posto per trascorrere la vecchiaia alla Yamaha. È più un rischio che un vantaggio per me, ma voglio provarci. Gli avversari non mi temono ma mi è indifferente. Non vivo per quel che pensa la gente, ma per quello che credo io".

Ha resistito solo... metà campionato, Andrea Dovizioso. Anzi meno. Prima di farsi convincere a prendere il posto di Franco Morbidelli nel team Petronas (nel "domino" innescato dal caso-Vinales) , il forlivese aveva assaggiato l'Aprilia, poi nuova destinazione dello stesso spagnolo. Il debutto-bis del Dovi non ha entusiasmato ma - per questa occasione - le aspettative non potevano essere molto più alte.

"Mi immaginavo di non riuscire a fare risultato, ma la vera paura era di non ritrovare il ritmo. Invece negli ultimi undici giri non sono andato male. Nel weekend erano due gli aspetti fondamentali: lavorare sulla posizione, e con soli quaranta minuti a turno non puoi fare praticamente nulla, e girare con gli altri, che per me è stato uno choc enorme. La velocità è un altro punto: nei test non ho mai avuto termini di paragone con i piloti (si riferisce ai test con Aprilia, ndr) , solo coi collaudatori. Ma al secondo giorno mi sono trovato meglio. È incredibile come testa e corpo riescano ad adattarsi: a me è bastata una notte. Affronterò le ultime gare di questa stagione come dei test. Yamaha e Ducati sono due moto opposte. Sulla carta, la Yamaha non è la moto giusta per il mio stile, ma l’adattamento dipende da me: a questo serviranno le prossime gare".

Non manca, prima di preparare la valigia per il Texas, lo spazio per la "road map" di quest'ultimo scorcio di stagione ed in particolare per le ragioni che hanno spinto Dovizioso ad aprire un nuovo (e "rischioso) capitolo. Precedute da un riferimento (forse anch'esso... motivazionale) al pilota che è stato per tanti anni un rivale e che ora Andrea accompagna" nella manciata di GP che separano il Dottore" dalla pensione... attiva.

"Essere compagno di squadra di Valentino mi fa strapiacere, anche se vedi che non è più arrabbiato quando non arrivavano i risultati. È un Vale un po’ diverso da quello che abbiamo conosciuto".

"A convincermi a tornare sono state la passione e la voglia. Chiudere come avevo fatto nel 2020 non mi piaceva. Se non fosse arrivata questa possibilità, non avrei più corso e mi sarebbe andata bene uscire così, senza conferenze, addii... Non mi era piaciuto come era finita. Sono consapevole che i risultati potrebbero non arrivare, ma è una storia ancora tutta da scrivere".

  

 

 

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 comments