IL COMMENTO

Inter-Icardi, una guerra evitabile che non avrà vincitori

Dalla fascia tolta fino alla causa per mobbing: eppure sarebbero bastati buonsenso e diplomazia

di
  • A
  • A
  • A

Lasciate stare il cuore, la maglia, i tifosi e tutto quanto fa spettacolo, in questa storia che di spettacolare non ha più nulla. Qui si va per avvocati. Qui si parte da una fascia e si finisce in tribunale. Che fa – farebbe - anche un po’ ridere, se non ci fossero di mezzo, in ordine sparso: milioni di tifosi, milioni di soldi, un uomo/giocatore, una donna/procuratrice, una ventina di compagni di squadra, un allenatore e un dirigente di riferimento, due staff legali contrapposti e perfino cinque figli. Probabilmente, questi ultimi, i più impreparati a vivere quel che è già successo e continuerà a succedere attorno a loro.

Lasciate stare tutto, a partire dal cuore. Perché di sentimentale e magari affettuoso non c’è più nulla, quando qualsiasi questione va in mano agli avvocati. Che alla fine possono anche trovare una riappacificazione, certo. Ma, almeno in partenza, vanno a fare la guerra. Non la pace. E la causa per mobbing è un atto di guerra. Guerra legale, ovvio. E con le virgolette, per precauzione. Ma sempre di “guerra” si tratta, considerando che questa storia è stata seminata di piccoli e grandi scintille che hanno provocato un incendio. Evitabile. Bastava avere più diplomazia e lungimiranza, meno impulsi e aggressività. Così Inter e Icardi avrebbero evitato di scrivere nuove, spiacevoli pagine di storia del calcio. Nuova storia, certo. Perché mai un litigio era partito da una fascia da capitano. Vecchia storia, invece, per quanto riguarda la causa di mobbing, perché esistono precedenti nitidi e anche importanti. Il più simile, forse, risale a dieci anni fa. Era Goran Pandev. Era la Lazio di Ballardini. Perse Lotito, vinse il giocatore. Che poi si accordò proprio con l’Inter, finendo per diventare uno dei titolari nell’anno del Triplete.


Come finirà stavolta è ancora difficile pronosticarlo. Oltre al caso Pandev del 2009, ce ne sono altri. E ci sono tempi tecnici non proprio brevissimi del Collegio Arbitrale. Brevissimi quanto un week end sono invece i tempi del calciomercato, per trovare un’improbabile soluzione last minute (e low cost per chi compra). Icardi in prestito? C’è la fila: Paris Saint-Germain, Atletico Madrid, Monaco. E perfino il Barcellona, secondo le ultime indiscrezioni. Ma nel frattempo tutto il mondo di whatsapp sta leggendo il Pdf dell’avvocato di Icardi, che si inoltra di chat in chat. E la viralità non fa altro che aumentare l’aggressività, nonché l’intransigenza delle posizioni. Anche perché la terminologia tecnico-legale porta a pensare che alcuni passaggi siano provocatori (tipo il milione e mezzo di risarcimento danni) anzichè strutturali alla causa per mobbing.


Si è arrivati al punto che in questa storia è tutto un atto dovuto. Necessario. Inevitabile. Ecco l’errore. Gli errori. Ci voleva un pizzico di buonsenso in più. Tra un’esclusione tecnica e una causa per mobbing, c’è un mare di incomprensioni. E piccole liti e grandi ripicche. E non ci si incontra più sui social. E si viene tolti dalla chat degli allenamenti di squadra. Non ci si trova più. E si finisce in tribunale. Sempre peggio.

Vedi anche Inter, Icardi fa causa: chiede reintegro e 1,5 milioni di risarcimento inter Inter, Icardi fa causa: chiede reintegro e 1,5 milioni di risarcimento

Vedi anche Inter, Icardi dice no al prestito con rinnovo inter Inter, Icardi dice no al prestito con rinnovo

Leggi Anche

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 comments