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Bernardeschi: "Mettevo la gonna e dicevano che ero gay: quanto ho sofferto"

30 Set 2025 - 13:14
 © Getty Images

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Nel corso di una lunga intervista al podcast BSMT, Federico Bernardeschi ha avuto modo di toccare vari temi tra cui anche il complicato passaggio dalla Fiorentina alla Juventus: "Il trasferimento è stato pesante. Non solo andavo alla Juventus, ma il numero 10 andava alla Juventus. E lo capisco, si guarda sempre una parte ed è facile magari insultare. Ci sta, fa parte del gioco. Ero un ragazzo di 23 anni, sono opportunità che uno può scegliere di cogliere o no, io decisi di sì. La Fiorentina mi ha dato tanto e questo non lo dimenticherò mai, è imprescindibile, al di là della scelta. La Juventus non era neanche l'unica squadra interessata. Lo fai consapevolmente, comunque, sai cosa può scatenare una scelta del genere. Fossi andato in un'altra società, sarebbe successo il 30-40% del rumore. Io avrei voluto anche ringraziare, alla fine la Fiorentina mi ha portato fino a lì e a Firenze ho tanti amici, sarò sempre grato alla città e alla società. Dieci anni dopo posso dirlo, in quel momento no. Anche l'avessi fatto, non sarebbe valso nulla per i tifosi viola. Mi hanno fatto uno striscione fuori dal Franchi, scrivendo cose pesanti. Comprensibilmente. Lo accetti, ti fai le ossa e vai avanti. Anche questo è nel percorso di crescita".

E poi, collegandosi idealmente ai suoi "successori" Koopmeiners e Lookman, ha aggiunto: "E tra l'altro fui il primo a lanciare la moda del certificato medico. Non mi presentai in ritiro, la trattativa non si sbloccava, la Fiorentina faceva storie anche se era bene o male fatta. Ma vuoi sempre dimostrare che è il giocatore a fare un determinato tipo di scelta, quando non è solo così. Volevano che andassi in ritiro per tre giorni, ma io sapevo che mi avrebbero ucciso se ci fossi andato. E lì scatta il certificato medico, prima che alla fine si sbloccasse tutto. Ma era una decisione di entrambi: se uno dei due non è d'accordo, non si fa".

Nel corso del podcast, Bernardeschi ha toccato anche importanti temi extra campo: «Mi mettevo la gonna e dicevano che ero gay. Ma anche se lo fossi secondo te non lo direi, che problema ci sarebbe? Anzi, ne andrei fiero, e chapeau a chi fatto coming out». "Quelle parole a vent’anni mi hanno fatto soffrire”. Bernardeschi va indietro ai tempi della Fiorentina e quelle parole velenose su cui «ora rido, ma allora avevo vent’anni e mi hanno fatto soffrire. Andavo in spogliatoio con la gonna, e me ne hanno dette e scritte di ogni, anche sui giornali. Ma se mi piaceva la gonna la mettevo, non vedo quale sia il problema». Vicende vissute sulla propria pelle che Bernardeschi trasforma in messaggio, «bisogna che la gente capisca che ognuno deve esser libero di fare quel che vuole. E anche domandarsi: davvero è così importante l’opinione degli altri? Se io faccio soffrire la mia famiglia allora è un problema, ma quel che mi dice la gente non deve mai esserlo». Parole importanti e riflessioni che hanno lasciato un segno, con tanti messaggi di stima e solidarietà arrivati al calciatore rossoblu via social.

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