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GP MESSICO F.1

Verstappen, via libera da... Bottas, Hamilton 2° davanti a Perez. Leclerc e Sainz 5° e 6° dietro Gasly

Il pilota olandese si aggiudica il diciottesimo atto del Mondiale e porta a diciannove punti il vantaggio su Hamilton nella classifica generale.

di Stefano Gatti
08 Nov 2021 - 00:00

Max Verstappen domina il GP del Messico infilando al via le Mercedes grazie... alla porta lasciatagli clamorosamente aperta da Valtteri Bottas alla prima staccata. Hamilton non può fare altro che inseguire a distanza il diretto rivale e difendere il secondo posto dagli attacchi di Sergio Perez nelle ultime battute. Pierre Gasly chiude ai piedi del podio con l'Alpha Tauri davanti alle Ferrari di Charles Leclerc e Carlos Sainz.

Il continente americano porta fortuna a Max Verstappen che - dopo il gioiello di Austin - colleziona un'altra perla a Città del Messico e lo fa - oltre che grazie ad una Red Bull "oggettivamente" superiore alla Mercedes - anche grazie al regalo incredibilmente ricevuto al via dai rivali. Dalla pole position, Valtteri Bottas punta dritto verso la prima staccata, convinto di tirare la volata ad Hamilton ma si sposta progressivamente verso la sua destra, aprendo la porta a Verstappen che, sul lato di sinistra della pista - quello più pulito e gommato - della può permettersi di staccare diversi metri più in là del finlandese ma anche dello stesso Hamilton, in qualche modo costretto dalla W12 gemella a frenare sul lato sporco, con pochissima aderenza.

Pochi metri dopo Daniel Ricciardo, scattato meglio delle Ferrari e lui pure un po' scomposto sullo sporco, tocca Bottas e lo manda in testacoda. La gara della Mercedes è già compromessa. Bottas lotterà a lungo a centrogruppo con lo stesso Ricciardo, strappando alla fine il giro più veloce (ed il relativo punto bonus) a Verstappen ma è un contributo striminzito - molto meno del minimo sindacale - rispetto a quello che la Casa di Stoccarda si aspettava da lui: al via e poi nel prosieguo della gara.

Il resto del GP è un lungo quanto vano inseguimento di Hamilton a Verstappen: il distacco è andato progressivamente aumentando e - nel finale - il Re Nero ha pure dovuto difendere il secondo posto dal forcing di Perez, spinto da una monoposto nettamente superiore a quella di Lewis oltre che dall'incitamento di centocinquantamila connazionali. Nel Mondiale, Verstappen porta a diciannove punti il proprio vantaggio su Hamilton (312,5 a 293,5), mentre la Mercedes (complice il passaggio a vuoto di Bottas, quindicesimo) conserva un solo punto di vantaggio sulla Red Bull nel Mondiale Costruttori: 478, 5 a 477,5.

Alle spalle di quella di Red Bull e Mercedes, la gara... degli altri la "vince" il regolarissimo Pierre Gasly.Già brillante quinto sullo schieramento, il sempre più concreto francese di Alpha Tauri chiude quarto, "regolando" più o meno in scioltezza i ferraristi Leclerc e Sainz, quinto e sesto al traguardo dopo aver provato anche a darsi il cambio (su ordine via radio dai box, naturalmente) per mettere il sale sulla coda di Pierre, ma inutilmente. Grazie alla pessima giornata della McLaren però (Norris decimo, Ricciardo dodicesimo), la Ferrari mette la freccia nei confronti del team britannico: tredici punti e mezzo di vantaggio (268,5 a 255) a quattro prove dalla conclusione. 

Alle spalle dei due ferraristi di oggi (e davanti a Norris che chiude la top ten) si piazzano tre ferraristi del passato più o meno recente: nell'ordine Sebastian Vettel, Kimi Raikkonen e Fernando Alonso.

Un caso a parte è quello riguardante Antonio Giovinazzi. Risalito dall'undicesima alla sesta posizione nelle convulse fasi della partenza e delle prime tre curve, l'italiano è poi stato a suo dire fortemente penalizzato dalla strategia messa in atto dall'Alfa Romeo Sauber, che lo ha richiamato troppo presto al pit stop, "distruggendo" la sua gara, poi chiusa... all'undicesima casella dell'ordine d'arrivo, vale a dire la stessa della partenza. A fine giornata, Antonio non ha fatto nulla per nascondere la sua amarezza (ai microfoni ed anche via social), legata anche alla sua ormai molto precaria posizione nel team, in vista della prossima stagione.

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