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IL COMMENTO

Vado... al Max: Antonelli, un errore per crescere ancora

La carambola di Spielberg non condizionerà le prossime "mosse" del pilota italiano

di Stefano Gatti
30 Giu 2025 - 12:24
 © Getty Images

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Viene proprio da dire: gli esami non finiscono mai! Un brutto colpo alle proprie ambizioni e uno altrettanto pesante a quelle (pentairidate) di Max Verstappen? Certamente sì riguardo al quattro volte campione del mondo olandese, ma il discorso è molto diverso per Andrea Kimi Antonelli. L'errore alla terza curva del Gran Premio d'Austria entra di diritto nel bagaglio d'esperienza del diciottenne pilota italiano della Mercedes. Né più né meno della pole sprint di Miami e del primo podio in F.1 a Montreal. Di una cosa però possiamo essere certi: Kimi è un campione "in the making" e la prossima volta - davanti ad un possibile varco per guadagnare un paio di posizioni in un colpo solo - se ripenserà allo strike di Spielberg AKA lo farà solo per portare questa volta a termine la manovra senza danni, non per rimandarla ad una successiva occasione che potrebbe non ripresentarsi. E allora, provaci ancora Kimi!

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Non si tratta di essere "comprensivi" nei confronti di Kimi, il quale sconterà l'errore già tra pochi giorni con la penalità di tre posizioni sulla griglia di partenza di Silverstone, ma di inquadrare (se vogliamo riconoscere) le stimmate del campione e archiviare l'errore del Red Bull Ring come "semplice" tappa formativa del suo cammino verso il vertice. Da questo punto di vista, il Gran Premio d'Austria ha offerto un altro esempio di come la Formula Uno attuale, dominata dalla McLaren e dai suoi giovani ma già affermati piloti, corra senza sosta verso il suo futuro.

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Sparring partners di Antonelli a Spielberg sono stati Liam Lawson e Gabriel Bortoleto, i piloti che Kimi stava provando ad infilare con il suo attacco kamikaze. E se il neozelandese ha fatto meglio del rookie brasiliano nell'ordine d'arrivo, prendendosi una bella rivincita personale sulla pista di proprietà della Red Bull, Bortoleto è riuscito a mettersi in luce con una monoposto in crescita ma pur sempre di terza fascia come la Sauber. A differenza di Antonelli, il paulista ha la possibilità di farsi le ossa nella stagione d'esordio in un contesto "protetto", nel quale crescere gradualmente a casomai iniziare a stupire. La memoria corre al passato, ovviamente, ma non è proprio il caso di indugiare troppo su un'eredità scomodissima da rilevare, anzi impossibile. Faremmo un torto... ad entrambi.

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