SUZUKA AI VOTI

Pagelle da Suzuka: Leclerc cade in trappola, Sainz disperso. Ocon "eclissa" Alonso

Il campione della Red Bull supera a pieni voto l'esame giapponese e festeggia la sua seconda laurea iridata

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MAX VERSTAPPEN: VOTO 10 E LODE Prova impeccabile, senza la minima sbavatura: Max salpa l'ancora al via e prende il mare aperto, rotta verso l'undicesimo sigillo del 2022 ed il timbro sul titolo che lo proietta nella metà alta ed in certo senso nobile della lista dei trentaquattro campioni del mondo: quella formata dai piloti capaci di ripetersi. Mettere al sicuro il bis iridato al termine dell'ennesimo podio alto restituisce fino in fondo il senso di un Mondiale dominato: agli antipodi rispetto al primo titolo. Cosa manca ancora a Max? Beh, ci permettiamo di dire un certo carisma al di là della pista, giù dalla sua Red Bull. Ma quello arriva con l'esperienza e con altri successi. Quindi sì, SuperMax è destinato a raggiungere anche questo particolare traguardo. Altrimenti sono "solo" coppe, gommini Pirelli, spruzzi di champagne.

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CHARLES LECLERC: VOTO 7

Perde in un colpo solo il secondo posto nel GP del Giappone e quello nella classifica generale, in entrambi i casi a vantaggio di SERGIO PEREZ (VOTO 7 come lui). Il che - non ce ne voglia Sergio - non depone esattamente a favore di Charles che a Suzuka capisce presto che contro Verstappen non ce n'è e sposta malvolentieri il focus sulla Red Bull "diversamente veloce". La difesa è puntuale ed efficace fino al passaggio finale nella famigerata chicane prima del traguardo, là dove in passato sono andati in scena ben altri duelli. Restano le briciole, da qui al sipario di Abu Dhabi. Restano più che altro i bocconi amati mandati giù a ripetizione dopo i sontuosi antipasti di inizio Mondiale.

ESTEBAN OCON: VOTO 8,5

Riesce là dove Leclerc ha fallito: reggere giro dopo giro (e fin sulla linea del traguardo) alla pressione di chi lo bracca, lo aggancia, lo attacca in continuazione: nel suo caso LEWIS HAMILTON (VOTO 6,5), mica Sergio Perez! Di qui il punto e mezzo in più nel nostro metro di giudizio. In Estremo Oriente il francese di Alpine si è rivelato in Giappone un ottimo qualifier, ha guadagnato "pronti via" una posizione grazie all'improvvida uscita di scena di Sainz ed ha poi blindato il piazzamento. In condizioni precarie (vedi la rocambolesca vittoria nel 2012 in Ungheria) Esteban ha evidentemente una marcia in più, anche rispetto al suo compagno di squadra FERNANDO ALONSO (VOTO 6,5) che come sempre ci prova, a fare la differenza, ma a Suzuka ha le polveri bagnate. Dopo il doppio zero di Singapore però, basta ed avanza al team bleu per l'immediato controsorpasso alla McLaren nel Mondiale Costruttori: un parziale giapponese di 18 punti ad uno che proietta Alpine a quota 143 contro i 130 del team papaya.

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CARLOS SAINZ: VOTO 4 

Due soli nomi alla voce DNF (Did Not Finish) del diciottesimo appuntamento iridato: il ferrarista spagnolo che perde il controllo della sua F1-75 a metà del giro uno nel tratto di scorrimento tra il tornantino e la Spoon Curve di Suzuka e poi ALEXANDER ALBON (VOTO 4) con la Williams ammutolita per un problema tecnico a causa di un leggero contatto con la Haas di KEVIN MAGNUSSEN (VOTO 2), invisibile a Suzuka dopo un venerdì da top five in condizioni simili a quelle del GP. D'accordo (tornando a Sainz), il contesto era decisamente borderline ma Carlos abbandona anzitempo una domenica potenzialmente, augurabilmente da podio. Niente di tutto questo: la terza posizione in griglia tra l'altro gliel'aveva portata via già allo scatto al semaforo il solito Perez, bestia nera ferrarista in Giappone. Messico e nuvole, stracariche di pioggia.

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PIERRE GASLY: VOTO 4

Un fine settimana sull'ottovolante (di Suzuka) per il francese: prima gongola per l'annuncio del passaggio in Alpine dalla prossima stagione, poi sbraita via radio con il suo attuale team (già separati in casa) a proposito della gestione della qualifica (ultimo e poi al via dai box), quindi si riapre via radio in gara per lanciare accuse pesantissime (condivisibili, nella foga del momento ma anche nell'analisi a freddo dei fatti) nelle convulse fasi iniziali del GP. Pierre però predica bene ma razzola male, malissimo. Sfila però ad oltre duecento all'ora i trattori a bordo pista dopo l'uscita di pista di Sainz, con i grandi pannelli luminosi attivi e le luci rosse accese ed anch'esse ben visibili (altroché!) a bordo pista: venti secondi di penalizzazione! Ultimo posto nell'ordine d'arrivo, proprio come al via: un weekend da dimenticare o forse il suo opposto: da tenere bene a mente. 

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SEBASTIAN VETTEL: VOTO 8

Una domenica da grande protagonista non salva in un colpo solo un'intera stagione, la sua ultima nel Mondiale, ma Seb ha il merito di raddrizzare alla grande un GP iniziato nella ghiaia della prima curva dopo il via. Lo salva (questo sì) la bandiera rossa. Ricostruisce la sua ultima Suzuka con il guizzo del passaggio ai box per montare gli pneumatici intermedi prima di tutti gli altri. Il resto è una prova efficace che lo conduce fino al sesto posto, che fa il paio con l'ennesimo risultato di Baku. VOTO 8 però anche a NICHOLAS LATIFI: bistrattato ed a volte "canzonato dal mondo intero (eccezione fatta per i suoi familiari), il canadese ormai prossimo al passo d'addio (come Vettel, ma ci fermiamo subito con i paragoni), monta le "inter" in contemporanea al tedesco, poi non sbaglia nulla e porta a casa un nono posto che è di gran lunga il suo miglior risultato stagionale, nonché il secondo in assoluto. Bravo Nick! È stato bello finché è durato.

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MICK SCHUMACHER: VOTO 6, 5

Ritarda fino... all'impossibile il passaggio alle intermedie nella speranza (quella del team, che glielo impone) di un intervento della Safety Car a mandare tutti negli spogliatoi anzitempo e festeggiare un risultato-shock. L'azzardo non paga ma - cento metri prima che Verstappen si riprenda ciò che è suo, Mick realizza il sogno di completare un giro al comando. Roba che sa di storia... Purtroppo fuori tempo massimo, ma lo sapevamo già. Però la stretta al cuore è arrivata lo stesso. 

 

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