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L'OPINIONE

Leclerc, cuore e cervello

Per Charles una vita segnata dai lutti

01 Set 2019 - 21:01
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21 anni appena, eppure siamo già alle prese con un fenomeno capace di gestire cuore e cervello, emozioni estreme come la morte di un amico e la prima vittoria in Formula 1, su una pista che ha a che fare con la leggenda. Il tutto in 24 ore. Il lutto. Materia che Charles ha dovuto purtroppo affrontare nel suo percorso. L’amico Jules Bianchi, pronto per guidare una Ferrari prima del tragico incidente di Suzuka nel 2014, che prolungò per mesi la sua agonia. Nel 2017 la sua esistenza è segnata dalla scomparsa del padre Hervè, consumato da una malattia che non lascia scampo. Eventi drammatici legati a doppio filo, perché fu proprio il papà a portare Charles sulla pista di go-kart gestita dalla famiglia Bianchi quando aveva solo 4 anni. Lutti che Leclerc è stato costretto a smaltire in fretta, in un processo di crescita accelerato e in qualche modo violento per un adolescente. Talento e determinazione lo hanno portato lassù. Sabato la pole position. Una gioia durata poco. Perché cuore e sentimenti di Charles hanno subito un altro attacco. La morte di Anthoine Hubert, un ragazzo cresciuto con lui, amico e rivale fin dalle gare con i go-kart. Eppure Leclerc ha saputo ancora una volta controllare la sofferenza. 24 ore dopo la tragedia è passato da quella bellissima e maledetta curva a 290 chilometri orari, mettendo in un angolo il dolore. Lo sfogo dopo la vittoria, quel dito puntato al cielo, quella dedica rivolta a chi lo ha accompagnato nel suo viaggio e che ora non c’è più

L'abbraccio della F1 a Hubert

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