Seb è sempre più Michael

Ragiona come un vecchio saggio, che fa della concretezza la propria cifra, unita al lavoro, al senso di appartenenza, al fare squadra

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Seb è sempre più Michael. Questo il pensiero che ti si staglia in mente, con la scusa di due parole dette in italiano ai microfoni. Sempre più Michael in un fine settimana in cui Michael è citatissimo, più del solito come sappiamo, con tutta la malinconia che ne può seguire: ma Seb è sempre più vicino all'essere quel Michael, a riuscire a trovarsi in un sistema, in una squadra, che molte analogie ha con quella. Un Rosso che è tornato a far paura, innanzi tutto, che è capace di passi indietro per poi ricominciare più concentrati di prima: "Flessibili" è l'aggettivo preferito da Vettel per descrivere questa velocità nell'adattarsi alle circostanze.

E lui, il capitano, è sempre più il suo mentore, anche perchè, inevitabilmente, è con l'immagine fissa del mentore che ti plasmi. E allora eccolo questo biondino che ragiona come un vecchio saggio, che affronta i week end pensando al mondiale, che fa della concretezza la propria cifra, unita al lavoro, al senso di appartenenza, al fare squadra. Come Michael. E a differenza di Michael solo molti sorrisi in più, il che non guasta, oltre a un'aura, a quell'aura - glaciale, superiore e diffidente - che Vettel proprio non ha. Dunque avanti con il Lebron pronto a diventare definitivamente MJ, con le bandiere tedesche da ritirare fuori agli inni italiani e viceversa. Seb ha sempre sognato di ripercorrere le imprese del suo mito, un po' come milioni di tifosi Ferrari. Continua a essere in perenne contatto con casa Schumacher anche ora, con un cordone ombelicale che non ha la minima accezione negativa, ma solo rispetto ed esempio, ai quali si sono aggiunti negli ultimi tre anni vicinanza e preghiera. Ci siamo, ancora poco, per poi spazzare le voci di interessamenti Mercedes, da considerare in caso - come Michael - solo dopo aver firmato un'era in Rosso.

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