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FORMULA 1

Dimenticare il 2020, anzi ricordarselo bene: prima "mission" per Stefano Domenicali

Finale sottotono ad Abu Dhabi per un'edizione del Campionato del Mondo dominata dalla Mercedes ma ricca di spunti da non lasciar cadere nel vuoto..

di Stefano Gatti
14 Dic 2020 - 14:37

Max Verstappen non sarà d'accordo ma il Gran Premio di Abu Dhabi non passerà alla storia come la tappa più eccitante del Mondiale più anomalo di sempre e speriamo unico e... irripetibile. Il fatto è che una stagione così ricca di corse dallo svolgimento movimentato (anche se dal pronostico per il podio quasi sempre blindato)  non si vedeva da anni. Merito, in larga parte ed in prima istanza, dell'approdo del ritorno del Mondiale stesso su piste dotate di... personalità: che però non fanno parte del calendario 2021, nonostante la sua estensione a ventitrè appuntamenti, sei in più di quest'anno.

“Abu Dhabi non è mai la gara più interessante. Servirebbe qualche modifica al tracciato perchè a volte è un Gran Premio triste dal punto di vista dello spettacolo".

Non si fa mai pregare per centrare il "nodo" della questione, Daniel Ricciardo. Senza metterla giù troppo dura ma senza conformarsi a dichiarazioni con lo stampino. A Yas Marina l'australiano (settimo al traguardo e quinto alla fine nel Mondiale) ha riconosciuto con un certo fastidio di aver condotto una gara parecchio solitaria, povera di duelli con gli avversari. Forse anche per via della sua strategia di gara, con l'unica sosta ritardata al massimo, che gli ha fruttato il giro più veloce in gara, inutile purtroppo nella rincorsa a Sergio Perez (peraltro ko dopo una decina di giri) per la quarta piazza della generale.

Abu Dhabi: calma piatta, insomma. Nel caso particolare di Yas Marina, l'introduzione di un  layout più stimolante gioverebbe di sicuro allo show. Anche perchè quello in uso fin dalla prima edizione del GP (nel 2009) comporta la dislocazione delle due zone DRS in altrettanti settori troppo ravvicinati tra di loro. Ciò che nell'ultimo GP stagionale ha portato a risultati stucchevoli: con il pilota appena superato nella zona DRS 1 che - a seconda della fase della gara e dello stato degli pneumatici) -  non aveva la minima chance di riproporsi oppure nella seconda zona oppure , al contrario, ristabiliva nel giro di un chilometro lo status quo precedente.

Il discorso però è ben più ampio. Piuttosto che sintetizzare il meglio di una stagione particolare (a tratti molto interessante), il diciassettesimo GP dell'anno ha - purtroppo - fornito una sorta di anteprima sulla prossima stagione che vedrà (ce lo auguriamo tutti) il ritorno alla normalità ma anche - e questo ce lo auguriamo un po' meno - il ritorno sulla scena iridata di tracciati come Shanghai, Singapore, Austin , insieme alla stessa Abu Dhabi ed a Sochi: le due tappe più "piatte" del 2020. Mentre usciranno di scena (salvo sorprese e ripescaggi miracolosi) Imola ed il Mugello, Portimao, il Nuerburgring ed Istanbul. Senza dimenticare che la pista tedesca nella sua configurazione attuale appartiene alla tipologia dei "tilkodromi", come d'altra parte Istanbul. E senza dimenticare che la Formula Uno contemporanea non può permettersi di piantare le tende due, tantomeno tre volte in Italia (e Monza al momento non si discute), quando può estendere la sua... zona d'influenza a nuove frontiere: come avverrà nel 2021 con l'Arabia Saudita e come sarebbe dovuto avvenire già quest'anno con il GP del Vietnam: praticamente morto in culla. 

Tutta materiale di studio - già ora, già da settimane - e poi d'azione per Stefano Domenicali che sale tra diciassette giorni sul ponte di comando della Formula Uno e che, volendo esprimere un auspicio, speriamo possa ripetere ad ampio raggio i risultati ottenuti in passato con la Ferrari. Al punto uno della sua agenda potrebbe proprio esserci il salvataggio di quanto di buona il Mondiale 2020 abbia saputo esprimere, pur tra enormi difficoltà , muovendo da premesse complicatissime. Gli servirà la collaborazione dei protagonisti dei Gran Premi. Quelli di oggi - da Hamilton allo stesso Ricciardo ad un Vettel che nel 2021 con Aston Martin"rischia" di migliorare nettamente la sua performance globale - a quelli, soprattutto a loro che stanno iniziando a prenderne il posto: come Verstappen ed i ferraristi Leclerc, Sainz. Gente provvista di parecchia "fame" e che tuttavia deve già stare attenta di non farsi portare via l'osso dai vari Norris, Russell e - magari - Schumacher. 

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