FORMULA 1

"Devo... imparare da Norris ciò che fa al meglio ed usarlo a mio favore", Ricciardo non si arrende

Il pilota australiano riflette sul momento più complicato della sua carriera, il suo Team Principal Andreas Seidel lo punzecchia...

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In un'intervista a Channel4, Daniel Ricciardo ha sviscerato le origini (o meglio le cause) e poi le possibili vie d'uscita dell'annus horribilis che sta vivendo nel suo primo anno alla McLaren e soprattutto nel confronto con il compagno di squadra Lando Norris che lo ha fin qui "oscurato" nel contributo offerto al team britannico nella sfida con la Ferrari per il ruolo di terza forza del Mondiale Costruttori. 

Dei 141 punti messi che costituiscono il bottino della McLaren nella classifica generale (contro i 122) della Ferrari, ben 101 portano la firma del giovane pilota di Bristol, contro i 41 di Ricciardo - ben più del doppio - laddove i due ferraristi Leclerc e Sainz hanno contribuito in modo quasi perfettamente equilibrato (62  e 60 punti rispettivamente)  al "total score" della Scuderia, staccata di diciannove lunghezze dal team papaya nella corsa al terzo posto nel Mondiale Costruttori che, in prospettiva, la McLaren ha ottime probabilità di aggiudicarsi "solo" se il pilota australiano riuscirà ad avvicinare il proprio rendimento a quello di Norris. Daniel intanto individua in un preciso momento della carriera di un pilota nella stessa squadra un fattore decisivo e conclude il ragionamento in una vera e propria professione di umiltà, finalizzata però alla propria rivincita personale.

“Appena sono arrivato lui (Norris, ndr) ha mostrato tutte le sue capacità e tutto il suo talento e credo anche che abbia fatto quel 'salto di qualità del terzo anno' che io ho fatto a suo tempo alla Red Bull e che poi ha fatto anche Verstappen, facendo pulizia - al terzo anno in squadra, appunto - degli errori delle prime due stagioni e lasciando quindi esplodere tutto il proprio potenziale.  Norris sta facendo proprio quello. Quindi al momento tanto di cappello a lui. Devo riconoscere che sta guidando molto bene, è molto affiatato con il team e questo deve motivare me a fare altrettanto. In un certo senso... prendere da Lando quello che sta facendo al meglio ed usarlo per riuscire ad essere a mia volta un pilota migliore".

Nel corso dell'intervista poi Daniel ha pure offerto una spiegazione tecnica (e logica) della sua difficoltà nel portare al limite una MCL35 M che ha nella power unit (Mercedes, appunto) e quindi nella velocità in rettilineo la propria arma migliore ma che - a livello di comportamento nel misto - richiede una tecnica di guida in parte nuova per quella che è la pur lunga esperienza dell'australiano nel Mondiale.

"Ha tutto origine dall'ingresso in curva. E questo porta poi in qualche modo a pagarne le conseguenze sulla trazione all'uscita della curva stessa. Il problema è che appunto il più delle volte i guai iniziano in entrata: non riesco a mettere la macchina dove dovrebbe stare rispetto alla curva, in ingresso e poi al punto di corda e così finisco per accumulare ritardo in uscita , appunto. Da questo punto di vista faccio fatica fin dall'inizio della stagione ma sono determinato a riuscire a fare girare la macchina come voglio io".

 “Uno dei miei punti di forza nel passato - sia alla Red Bull che alla Renault" - era la capacità di bilanciare l'ingresso curva in fase di frenata ma la McLaren sotto questo aspetto è molto sensibile e quindi richiede uno stile di guida un po' diverso in quella fase, ed è su questo che sto lavorando".

Prossima tappa della rincorsa di Ricciardo al suo arrembante compagno di squadra, attualmente quarto nel Mondiale (Daniel è ottavo alle spalle di Bottas e dei due ferraristi), è il Gran Premio d'inghilterra, vinto dalla McLaren per l'ultima volta la "bellezza" di tredici anni fa: con Lewis Hamilton nel lontano 2008. Non proprio la miglior premessa in vista del decimo appuntamento della stagione, in programma domenica 18 luglio. A Daniel basterebbe probabilmente molto meno: iniziare a mettere il muso della sua monoposto davanti a quello della MCL35 M di Norris e così iniziare a rimarginare una ferita aperta e bruciante.

"Certo, fa male... Principalmente per due ragioni: perché sono appassionato e poi perché credo di poterlo fare. Il fastidio viene proprio dall consapevolezza che sia possibile, che ce la possa fare. Così alla fine di un weekend di gara negativo, la sensazione la domenica sera è quella di un pugno nello stomaco, ma al lunedì mattina si trasforma in benzina sul fuoco e nella voglia di insistere". 

Dichiarazione d'intenti, quella del 32enne pilota di Perth, al quale Andreas Seidl (Team Principal McLaren) ha recentemente mostrato di volere ancora credere... Il dirigente tedesco però non esita a "pungere" Daniel, di fatto citandolo a proposito di Norris e della... teoria del "terzo anno".

"Non credo che Daniel si aspettasse che cambiare squadra fosse così difficile. È chiaramente deluso, e lo siamo anche noi. Ci aspettavamo che fosse più veloce. In ogni caso sono tuttora convinto che prima o poi lo sarà. Fondamentalmente però non credo che puoi essere un pilota di Formula 'fatto e finito' alla tua terza stagione. Certo, la crescita di Norris è impressionante. È incredibile quanto sia migliorato al volante ma anche a livello di personalità. Ha solo ventuno anni, i piedi ben piantati per terra ed è un vero uomo-squadra".

Vita dura insomma per Ricciardo alla McLaren... Non si tratta più solo di pareggiare i tempi sul giro di Lando!

 

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