Dieci anni in Formula Uno e la vittoria nella 24 Ore di Le Mans per il pilota tedesco
di Stefano Gatti© Getty Images
Avvenuta domenica 4 maggio nella sua residenza di Cannes (sud della Francia), la scomparsa di Jochen Mass è coincisa con la doppietta a Miami della McLaren, la squadra con la quale il settantottenne pilota tedesco (nato il 30 settembre 1946 a Dorfen) aveva colto la sua unica vittoria in Formula Uno, nonché la quattordicesima della storia della squadra inglese che a Miami ha toccato quota 194 affermazioni. Pilota da Gran Premio per quasi un intero decennio (dal 1973 al 1982) con Surtees, McLaren appunto, ATS, Arrows e March, Jochen aveva trionfato con la sua M23 nel Gran Premio di Spagna del 1975 di ormai più di cinquant'anni fa: andò infatti in scena domenica 27 aprile 1975. Non un GP qualsiasi per motivi diversi da quelli del successo di Mass.
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Disputata sull'affascinante ma già allora anacronistico circuito del Montjuich di Barcellona sul finire della dittatura franchista (il Caudillo sarebbe morto di lì a sette mesi), piuttosto che per il successo one-of di Mass quella gara è passata alla storia per l'incidente di Rolf Stommelen costato la vita a quattro spettatori che ne avrebbe ridotto la durata a 29 giri, facendone (fino al GP d'Australia del 1991) la prova più breve nella storia del Mondiale e dimezzandone il punteggio, assegnando così uno storico mezzo punto a Lella Lombardi, prima e finora unica donna ad entrare in zona punti. Della vittoria di Mass è insomma restato poco nella memoria collettiva degli appassionati, un po' in linea con la sua... poco appariscente (per quanto non priva di exploit) parabola nel Mondiale.
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Compagno di squadra di Emerson Fittipaldi nel 1974/1975 e "secondo" di James Hunt nel 1976 (la stagione della sfida infinita tra il campione inglese e il ferrarista Niki Lauda resa celebre dal film "Rush" di Ron Howard), il tedesco avrebbe poi imboccato la china discendente con team di metà schieramento o anche peggio come ATS, Arrows e March.
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Legato a quest'ultima squadra la stagione d'addio di Mass, segnata dal coinvolgimento nell'incidente mortale di Gilles Villeneuve sabato 8 maggio 1982, nel corso delle prove ufficiali del Gran Premio del Belgio a Zolder. Per un'incomprensione tra i due piloti, la Ferrari 126 C2 del canadese decollò sulla March 821 di Jochen che - ossessionato dai sensi di colpa - continuò a correre per alcuni GP ma preferì poi lasciare la Formula Uno dopo aver a sua volta rischiato la vita ad inizio estate in un incidente a Signes con Mauro Baldi nel corso del GP di Francia al Paul Ricard. Jochen lasciò il volante della sua March all'inglese Rupert Keegan (scomparso alla fine della scorsa estate) proprio alla vigilia del Gran Premio di Germania, la sua gara di casa, al capolina di una carriera da 105 GP (114 presenze), una vittoria, otto passaggi sul podio e due giri veloci in gara.
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Collaudatore sopraffino, buon viveur come molti piloti di F.1 della sua epoca ma soprattutto driver eclettico e appassionato, al di fuori della Formula Uno Mass ha brillato a più riprese con le ruote coperte e nelle gare di durata, correndo per Ford, Porsche e Sauber-Mercedes, cogliendo per quest'ultima la vittoria (in coppia con il connazionale Manuel Reuter e lo svedese Stanley Dickens) la vittoria nella 24 Ore di Le Mans del 1989. In seguito si era dedicato (anche) al ruolo di commentatore dei GP di Formula Uno per la tv del suo Paese, continuando a mettersi al volante nelle gare e nelle manifestazioni per auto d'epoca, come il Festival Of Speed di Goodwood in Inghilterra e la rievocazione storica della Mille Miglia in Italia.
Gospeed, Jochen.
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