Il prezzo del litio e di altre materie fondamentali per la produzione di batterie sono in rialzo fino al 150% in Cina
di Redazione Drive Up© Ufficio Stampa
Dalla Cina arriva un allarme: il prezzo del litio e di altre materie prime strategiche per la produzione di batterie è aumentato del 150%. Sono i fornitori di questi materiali a essere particolarmente preoccupati. Infatti, l'impennata dei prezzi e la crescita della domanda di accumulatori legata alla transizione energetica, potrebbero avere delle conseguenze anche sui listini delle automobili a partire dal prossimo anno.
Rischio aumenti concreto
Hunan Yuneng New Energy - uno dei principali fornitori di CATL e BYD - ha comunicato che a partire dall'1 gennaio 2026 la tariffa per la lavorazione della gamma di prodotti Litio-Ferro-Fosfato aumenterà di circa 390 euro a tonnellata. Anche Dejia Energy - produttore di batterie - ha annunciato un aumento del 15% dei prezzi di vendita. Lavorare il litio esafluorofosfato è più costoso: in due mesi si è passati da 7.200 euro a tonnellata a oltre 15.600 euro, segnando un incremento superiore al 118%. In crescita anche il litio cobalto ossido, dall’inizio dell’anno il prezzo è salito da circa 18.000 euro a tonnellata a oltre 45.000 euro a novembre, segnando un aumento di oltre il 150%.
Ricadute sulle auto
Il contesto, dunque, è molto teso. Se fosse davvero che l'aumento del costo delle materie prime si confermasse come una tendenza, molti costruttori potrebbero decidere di scaricare l'aumento sul listino delle automobili. Il rischio è concreto, soprattutto considerando che l'anno prossimo sono previsti molti lanci di prodotto di nuova generazione - per lo più elettrici - in Europa. I primi mesi del 2026 saranno decisivi per capire in che direzione andrà il mercato delle batterie per automobili elettriche.