Tutte le Cassanate: la patente, la bandierina e l'imitazione di Capello

Tantissimo talento, ma anche un carattere particolare

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Antonio Cassano non è mai stato un personaggio normale. Già da giovane a Bari era conosciuto per il suo talento, ma anche per il suo carattere particolare. Con il passare degli anni è maturato, ma tutta la sua carriera è stata caratterizzata da svariati colpi di testa. Le cosiddette "Cassanate" che hanno fatto la storia del pallone.

LA PATENTE E IL CASCO 
Cresciuto in strada a Bari vecchia, Cassano nel 1999, a soli 17 anni, era già solito guidare la macchina e girare in motorino senza casco. E naturalmente fu fermato dalla polizia che gli sequestrò l'auto. Non contento, prima dell'esordio in Serie A l'11 dicembre 1999, si presento al San Nicola alla guida di una seconda auto con la quale entrò direttamente negli spogliatoi.

LA FUGA DAL RITIRO DELL'UNDER 21
Era il marzo del 2001 quando fuggì dal ritiro della Nazionale Under 21. Claudio Gentile gli comunicò che sarebbe andato in panchina contro la Romania e lui non la prese bene. Prese la macchina e lasciò i compagni scatenando un putiferio.

LA LITE CON TOTTI
Nell'estate del 2001 passò alla Roma e venne letteralmente adottato da Francesco Totti. FantAntonio, era già soprannominato così, andò a vivere a casa del capitano giallorosso, ma l'idilio durò solo qualche mese per colpa di una litigata. Retroscena emerso da poco grazie all'autobiografia "Un capitano" di Totti: "Una volta gli era sparito l'assegno dello stipendio e s'era messo in testa che a rubarglielo era stata la nostra domestica, una che stava con noi da anni. Per lei avremmo messo le mani sul fuoco. In più era un assegno intestato ad Antonio e non poteva essere incassato da altri. Provammo a convincerlo, ma niente. Se ne andò. Qualche giorno dopo l'assegno fu ritrovato sotto il sedile della sua macchina".

LE CORNA ALL'ARBITRO ROSETTI

Finale di ritorno di Coppa Italia contro il Milan a San Siro quando venne espulso nel finale dall'arbitro Rosetti. L'uscita dal campo prima di imboccare il tunnel fu una raffica di insulti e minacce con tanto di gesto delle corna.

IL CALCIO ALLA BANDIERINA

Era l'8 febbraio 2004 quando la Roma vinse 4-0 contro la Juventus e Cassano festeggiò l'ultima rete andando a tirare un calcio alla bandierina del corner spezzandola in due.

L'IMITAZIONE DI CAPELLO
Nel 2006 passò al Real Madrid, ma la sua esperienza in Spagna non fu fortunatissima per sua stessa ammissione: " A Madrid facevo sesso tutti i giorni e pesavo 95 kg". E lì era soprannominato il Gordito. La rottura arrivò dopo che l'attaccante fu immortalato dalle telecamere a imitare, ridicolizzando, l'allenatore Capello prima di una partita con i compagni di squadra.

MAGLIA LANCIATA ALL'ARBITRO PIERPAOLI

Una sorta di flashback, dopo le corna a Rosetti, arrivò la lite con l'arbitro Pierparoli. Era il 2 marzo 2008 e vestiva la maglia della Sampdoria quando il fischietto negli ultimi minuti di gara gli fischiò un fallo mandandolo su tutte le furie. L'attaccante blucerchiato si tolse la maglia lanciandogliela addosso ricoprendolo di minacce. Fu così che prese cinque giornate di squalifica.

LA LITE CON GARRONE
Nel 2009 il litigio con Delneri che lo portò a rimanere fuori rosa per sei giornate, mentre nell'autunno 2010 arrivò la rottura definitiva con il mondo Sampdoria. Colpa di una pesante lite con l'allora presidente Riccardo Garrone perché Cassano si rifiutò di andare a ritirare un premio messo in palio dai tifosi blucerchiati. Volarono insulti, un momento di follia di cui si è pentito anni dopo.

L'ATTACCO A GALLIANI
Nel 2012 si concluse la sua esperienza al Milan e nel giorno della presentazione all'Inter si scagliò contro Galliani: "Mi ha preso in giro, promette e poi niente: tanto fumo e poco arrosto".

LA RISSA CON STRAMACCIONI
L'1 marzo 2013 all'Inter ci fu la lite con Stramaccioni. Cassano esplosie nei confronti dell'allenatore e nello spogliatoio ci fu la rissa con tanto di mani addosso e diversi compagni a dividerli. Multa di 40mila euro e qualche giorno fuori rosa.

LA LITE CON ROMEI
Di ritorno alla Sampdoria via Parma, l'8 maggio 2016 l'ennesimo episodio dopo il derby perso 0-3 contro il Genoa. Negli spogliatoi si presentò l'avvocato del presidente Massimo Ferrero, Antionio Romei, per fare un discorso alla squadra. Cassano rispose: "E tu chi c... sei?". Gli venne recapitata una lettera di licenziamento, fino alla rescissione nel 2017.

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