VERSO IL JUVE-TORINO

Juric: "Cosa ho imparato dai derby? Che non vinciamo mai e la cosa mi disturba"

L'allenatore granata ha parlato alla vigilia della partita più sentita da parte dei tifosi del Toro

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Juric: "Cosa ho imparato dai derby? Che non vinciamo mai e la cosa mi disturba" - foto 1
© Getty Images

"Ho imparato che non vinciamo mai, è una cosa che mi disturba: vorrei cambiare l'andamento. La diversità è che una squadra è molto forte e l'altra molto meno, a Genova le società sono equilibrate. Noi abbiamo fatto gare equilibrate con la Juve, decise da calci piazzati", così Juric presenta il derby di Torino, una partita che gli ha dato parecchie delusioni. I granata hanno problemi in difesa che l'allenatore croato pensa di risolvere così: "Tameze farà il terzo, non ci sono altre soluzioni".

E, visto che le palle inattive sono costate al Toro l'ultimo derby, Juric chiederà ai suoi di prestare molta attenzione alle palle da fermo: "Nei gol presi contro la Juve c'era tutto, anche dominanza di forza fisica e ricordo una spinta perché l'altro è arrivato con più potenza. A favore li facciamo bene, Ilic batte bene e l'altra volta male. Lazaro ha sempre battuto sempre tutto. Ci vuole qualità del battitore e grande determinazione per segnare, mentre dietro non abbiamo fisicità. Mi aspetto di rivedere la determinazione e la fiducia, come già abbiamo fatto contro il Verona".

Su quale Juve si aspetti ha risposto: "Ho visto due squadre diverse, affrontavano gare con aggressione, tipo Udine prendendosi rischi dietro e con tanta forza fisica, mentre con l'Atalanta erano bassi e aspettavano per ripartire il contropiede. Mi aspetto una Juve aggressiva, che recuperi palla in avanti. Non avremo tempo da perdere, dovremo fare azioni veloci. A loro mancano Vlahovic e Chiesa? Hanno Kean e Milik, anche a noi mancano tanti giocatori. Ma nel derby contano tante altre cose".

Inevitabile chiedergli se i suoi possano portarsi dietro psicologicamente il peso dei derby passati: "Deve essere uno stimolo, io percepisco questo in città. Mi sembra che non sia un peso, io non lo percepisco così, ma al contrario. E anche i giocatori lo percepiscono così, vogliamo ottenerlo dopo tanti anni, ma se non riusciamo non deve essere la fine del mondo. I miei amici tifosi del Toro mi parlano con ottimismo, dobbiamo vederla come una grande occasione. Sono in battaglia emotiva. Ci sono cose che apprezzo e altre no, so che qua esplode, ma ho tanti amici che non vanno allo stadio. E sono tanti... Questa cosa mi disturba, allo stadio si va. Percepisco disillusione per varie cose, ma vorrei che non ci fosse. E lo vorrei con tutto il cuore".

Su un futuro al Toro come quello di Gasperini all’Atalanta ha risposto: "Un allenatore, quando gli offrono un contratto, deve firmare. Io devo vivere bene le emozioni per rimanere in un posto. Nella mia testa, stiamo costruendo un palazzo: siamo partiti dal basso, anche il presidente è sempre bravo con me e ho libertà e percepisco stima anche nei momenti bui, non mi ha mai messo in discussione. Stiamo costruendo, ma devo sentire una crescita continua. Al momento abbiamo fatto molto bene, ora siamo consapevoli che tutti ci aspettassimo di più, io stesso. Evidentemente ho sbagliato i conti su tante cose, devo fare bene riflessioni per ripartire forte, alcune cose che pensavo fossero a posto, non lo sono. L'errore è mio nella valutazione di certe situazioni, anche con gli infortuni. Penso a Djidji, Zima e Soppy...E  poi pensavo di avere altre cose salde nelle mani, invece devo fare tre passi indietro e riprendere. Se l'ambiente può risentire del fatto che io non abbia ancora rinnovato? Può essere, mi auguro di no. Non credo che sia per questo il fatto del fanatismo che non c'è di cui parlavo prima. In queste partite abbiamo fatto punti, ma tutti ci aspettavamo di più da certi giocatori e su certe cose. E' normale che il presidente chieda spiegazioni, ma devo dire che lui non mi chiama e non mi chiede. Per me è fantastico. E' una persona che ti può aiutare in certe situazioni. Nel mio lavoro, lasciarti prendere decisioni da solo, è una cosa di grande fiducia: la percepisco così. Ogni tanto lo chiamo, ma non spesso".

Sui singoli ha aggiunto: "Cos'è successo con Radonjic? Non lo so...non è Taarabt. Lui l'avevo mandato via, poi mi chiese di parlare. Aveva dieci chili in meno, mi ha chiesto un'altra occasione e andava a tremila all'ora. E' diventato un fanatico del lavoro, ancora oggi ci sentiamo una volta a settimana. Ilic? I ragazzi passano momenti brutti, particolari anche nella vita privata, e noi cerchiamo di avere pazienza. Ilic ha grandissime capacità, ultimamente sta lavorando molto bene. Il suo cervello lavora bene. Sanabria e Zapata insieme? Io voglio bene a Sanabria, vorrei che ritrovasse l'atteggiamento di quando giocava sempre. In questa partite con le difese a tre preferisco due trequartisti. Poi dopo la sosta potremmo pensare di fare qualcosa di diverso".

 

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