Un punto a testa, ma con tanti rimpianti. Da ambo le parti. L'1-1 di Marassi per la Spal profuma più di occasione persa visto come si erano messe le cose. E il palo e la traversa di Antenucci e Petagna bruciano. Ma anche il Genoa ha di che lamentarsi. A caccia ancora di un'identità dopo i tre cambi in panchina, il Grifone ha mostrato sì cuore e grinta, resistendo in dieci per oltre 80', ma nella ripresa ha fallito almeno un paio di buone occasioni per centrare il bottino pieno, dimostrando di non avere lo spirito killer di chi vuole portare a casa i tre punti. Un inizio sordina per Prandelli, che dopo otto anni è tornato in Serie A dovendo fare subito i conti con un gruppo che ha disperatamente bisogno di un leader con coraggio e idee chiare. Per tenere lontani gli spettri della zona calda della classifica e per ridare entusiasmo a tutto l'ambiente. Un compito difficile, ma che con un bomber del calibro di Piatek sembra alla portata.
Con poco tempo a disposizione per studiare nuove soluzioni per il suo Genoa, Prandelli prova a dare la scossa solo con qualche piccolo ritocco dovuto alle squalifiche. Un 3-5-2 tecnico e compatto, senza incontristi puri a centrocampo e con Kouamé accanto a Piatek in attacco per dare più qualità e imprevedibilità alla manovra. Semplici replica invece schierandosi a specchio e piazzando Missiroli e Schiattarella nel vertice basso della mediana e Petagna e Antenucci davanti. In avvio sono i rossoblù a fare la partita, ma la Spal si difende con coraggio, tenendo alta la linea davanti a Gomis e chiudendo le linee di passaggio in verticale. A ritmo blando, i primi dieci minuti passano senza grandi occasioni. Lazzari e Lazovic ingaggiano un bel duello ad alta velocità in corsia, poi Criscito allunga la gamba in maniera pericolosa su Schiattarella e rimedia un rosso pesantissimo (e forse anche eccessivo) per il Grifone. Alla prima occasione buona, infatti, la Spal passa con le torri. Felipe spizza per Petagna, che sblocca la gara di testa. In vantaggio e in superiorità, la squadra di Semplici si affida al possesso per difendere il risultato manovrando con pazienza e arretrando il baricentro. Il Genoa invece prova a reagire, mettendosi a quattro dietro e affidandosi alle giocate di Kouamé, alle geometrie di Sandro e ai calci piazzati. Un forcing lento, ma costante, che mette in difficoltà gli estensi. Poco dopo la mezz'ora Fares tocca Romero in area e l'arbitro Pasqua, aiutato dal Var, assegna il rigore che Piatek trasforma con freddezza, riportando tutto in parità. Un colpo a freddo che riapre il match e le ostilità. Fares impegna Radu, poi Antenucci e Petagna centrano il palo e la traversa, fallendo il raddoppio. Dall'altra parte tocca invece a Gomis sbrogliare la situazione con un'uscita bassa su Kouamé.
Nella ripresa Prandelli leva subito Pereira e fa entrare Gunter per puntellare la difesa e guadagnare centimetri sulle palle alte. A buon ritmo la gara si incaglia a centrocampo, con il gioco interrotto da molti falli. La Spal prova ad aumentare il ritmo spingendo, il Genoa invece replica chiudendosi e ripartendo in contropiede. Kurtic ci prova dal limite, poi Piatek spara a lato da buona posizione. Romero contrasta Antenucci, poi Gomis stoppa Piatek lanciato a rete dopo un errore di Bonifazi. In pressione, la Spal allarga la manovra per sfruttare la superiorità e quando non riesce ad andare in verticale si affida ai tiri dalla distanza. Nel finale Lazzari prova a cambiare passo, ma l'esterno non è in giornata e le sue incurisoni non lasciano il segno. E così è il Genoa a rendersi pericoloso con le ripartenze. In campo aperto Kouamé è una scheggia e Semplici deve ringraziare Gomis se il risultato non cambia. L'ultima occasione ce l'ha Floccari di testa, ma la mira è sbagliata. Poi c'è tempo solo per dividersi la posta in palio tra rimpianti.