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I VOTI

Le pagelle di Piantanida: Pellegrini "mejo" di Totti, Addai dedicato a Stefano Benni

Nuno Tavares non capisce Sarri, Belghali questo sconosciuto e Palestra in nazionale

22 Set 2025 - 07:52

ADDAI 8

Vedendola con gli occhi e le parole del grande Stefano Benni è la classica situazione da bar in cui il “tennico” o “professore” di turno, dal fondo del bancone, con impermeabile, cappello e sigaretta accesa, si fionda sui primi due che stanno parlando della vittoria del Como a Firenze e fa: “forte vero quello lì che ha segnato”.

PALESTRA 8

Quando a 16 anni, da centrocampista nelle giovanili dell’Atalanta, gli dicono “Marco, non abbiamo terzini, domenica giochi esterno” giù lacrime, giù pianti, non voleva. Ora, trasformare le lacrime in assist è considerabile miracolo? Non sappiamo, ma sappiamo che se il ragazzo non va al Mondiale con l’Italia è solo perché l’Italia non si è qualificata.

CASTRO 7,5

Gli piace il trash talking, parlare sporco, provocare gli avversari, ogni tanto li minaccia, gli dice “occhio che ti faccio gol’”. E a volte, come con il Genoa, non fa neanche in tempo a finire la frase. Ma chi è? Crespo? No, “Hernan” Castro!

NUNO TAVARES 3

“Abbiamo perso per un errore tecnico e di superficialità” dice Sarri, che quando qualche giorno fa gli chiedeva di fare di più non intendeva fare di più per convincerlo a metterlo in panchina.

KRSTOVIC 8,5

È il voto senza commento della settimana.

KEITA 6,5

Vi dirò, vi dirò, vi dirò che a volte ci sono voti, come questo, che hanno il compito morale di ricordarci che alcune partite si sono giocate, nonostante tutto, anzi nonostante il niente. Quindi vi dirò, vi dirò, di dire “grazie” insieme a me a Lamine Mandela Keita.

BELGHALI 7,5

E con l’algerino Rafik siamo a cinquantaquattro, cinquantacinque volte negli ultimi anni. Ripetiamo a beneficio di tutti: il problema non è il Verona che compra e manda in campo sconosciuti, il problema è degli avversari che non conoscono modi per fermarli. Almeno presentatevi, nemmeno CIAO gli hanno detto.

PELLEGRINI 8

Mi sembra abbastanza chiaro che l’unica considerazione che si possa fare sul ragazzo è che se giocasse 38 derby su 38 partite di campionato, Francesco Totti non sarebbe l’ottavo re di Roma, ma il nono.