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Lazio, Diaconale: "Stop al campionato? Lotito non si farà imbrogliare"

Il responsabile della comunicazione del club biancoceleste sul suo profilo Facebook: "Si rischia di condannare al fallimento molte società"

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Contro lo stop al campionato per l'emergenza Coronavirus si schiera Arturo Diaconale, responsabile della comunicazione della Lazio: "Di certo ci sono due evidenze: da un lato la ferma volontà della società, della squadra e di tutti i tifosi di pretendere la regolarità del torneo scongiurando il rischio di ripetere il 1915 (quando lo scudetto venne assegnato a tavolino al Genoa dopo la sospensione del campionato per l'entrata in guerra, ndr). Anzi, di battersi fino in fondo per fare in modo che nel 2020 si possa festeggiare non uno ma due scudetti: quello antico e quello presente - ha scritto Diaconale sul suo profilo Facebook personale - Dall'altro la consapevolezza che non sarà facile imbrogliare il presidente Claudio Lotito da parte di ministri demagoghi e dirigenti irresponsabili che non capiscono come fermare il campionato significherebbe far saltare tutti i diritti televisivi e condannare al fallimento la gran parte delle società calcistiche italiane"

Diaconale, ai microfoni di Radio Punto Nuovo, ha rincarato la dose: "Vogliono fermare il calcio per motivi politici. Trovare un calciatore positivo non deve fermare il sistema. Ci sono state delle spinte per interessi diversi. Lotito è una garanzia per i tifosi della Lazio, difenderà gli interessi della società. Tommasi? si è svegliato storto e voleva impedire che si giocasse anche Juventus-Inter perché c'erano degli interessi affinché quella partita potesse essere rinviata e chissà come sarebbe andata a finire, ma non voglio andare oltre".

Il portavoce bianconceleste dunque non ci sta: "La mia impressione è che c'è una drammatizzazione: si parlava di semplice influenza, adesso c'è una drammatizzazione che trova nel calcio un accentuamento. Fermare il campionato significa che in un Paese come l'Italia dove lo sport, il calcio, è una parte importantissima del Paese, vuol dire che siamo in uno stato di emergenza tale da non sopportare le attività normali. Parlo da analista politico di lunga esperienza, la mia impressione è che si tenti di drammatizzare tutto per poter avere facilitazioni da parte dell'Unione Europea sullo sforamento del deficit. Aumentare il deficit significherebbe che le risorse prese non potranno mai pareggiare i danni".

Diaconale ritiene che neanche la positività di un calciatore sia un buon motivo di stop: "Trovare un calciatore positivo non sarebbe motivo per bloccare l'intero sistema, sicuramente bisognerebbe correre ai ripari e garantire i controlli, ma i calciatori sono dei professionisti e dei ragazzi responsabili, sanno benissimo come devono comportarsi. Il blocco del calcio significherebbe far saltare i diritti televisivi con cui campano la maggior parte delle squadre medio piccole".

IL POST DI DIACONALE

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