VERSO INTER-JUVENTUS

Inzaghi e Allegri si giocano molto di più del secondo posto reale e virtuale

La partita di San Siro mette di fronte due allenatori che devono ancora capire quale sarà il loro futuro

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Inter e Juventus sono alla vigilia del mese e mezzo più importante degli ultimi anni. Si ritrovano di fronte stasera in campionato, ad aprile nel doppio confronto in semifinale di Coppa Italia e hanno l'obiettivo comune di raggiungere il penultimo atto in Europa. Ce ne sarebbe abbastanza per perdere il sonno, soprattutto dalla parte bianconera, visto che c'è anche l'attesa snervante di capire il proprio futuro tra punti in più o in meno in classifica. 

Da tutto questo si inizierà a capire anche il futuro di Inzaghi e Allegri. L'allenatore nerazzurro sembrava ormai con un piede e mezzo fuori da Appiano, poi è arrivata la partita di Oporto e, si sa, in Italia basta un risultato e si ribaltano i destini. E' evidente, però, che un finale di stagione deludente difficilmente contribuirà a mantenerlo sulla panchina dell'Inter. Dall'altra parte, invece, le varie sentenze hanno rinforzato la posizione di Max che è diventato il punto di riferimento dell'area tecnica bianconera. Altrettanto evidente, in ogni caso, che anche per lui saranno i risultati a decidere il futuro. 

Intanto c'è da pensare al presente, con la partita di San Siro che, da sempre, oltre ai punti in classifica mette in palio molto altro. Come in tutti i derby (e questo è quello d'Italia) chi vince si gode una soddisfazione doppia e a chi perde almeno una settimana di processi. Sarà molto provinciale ma funziona così. Inzaghi se lo gioca con una difesa da inventare (senza Bastoni e Skriniar), Allegri con l'assenza, almeno dal primo minuto, di chi inventa (Di Maria) e di chi con uno strappo in velocità può decidere la partita (Chiesa). Sulla mancanza di Pogba è inutile insistere visto che ormai è solo un nome inserito nella rosa. Nella sfida tra gli allenatori più "tattici" della Serie A, ci sarà da capire chi prenderà l'onere di "fare" la partita. A occhio e croce diremmo l'Inter. Il terzetto difensivo, Darmian, De Vrij e Acerbi dovranno contrastare Vlahovic e Soulé e proporsi in avanti, soprattutto il primo, chiamato a creare superiorità numerica a centrocampo. Sistemi di gioco speculari (3-5-2), con elementi di metà campo particolarmente abili e pericolosi negli inserimenti offensivi (vedi alla voce Barella, Rabiot e Fagioli). Il resto lo faranno i duelli sulle fasce (Kostic-Dumfries e De Sciglio-Di Marco) e la capacità di mettere Vlahovic, da una parte, e la Lu-La, dall'altra, in condizioni di far male. 

Probabile che, alla fine, possano decidere i cambi visto che Inzaghi può mettere in campo a partita in corso Dzeko e Mkhitaryan e Allegri addirittura Di Maria, Chiesa e Cuadrado. Magari lo spettacolo non abiterà a San Siro, ma ai tifosi interessa solo vincere e gli spettatori neutrali potranno forse godersi le giocate dei singoli. Il calcio italiano avrà anche sei squadre nei quarti delle coppe ma resta, inesorabilmente, lo stesso...

 

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