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De Bruyne non si tocca… Gli sbadigli dello Stadium

L'appuntamento con la consueta rubrica del nostro Matteo Dotto

di Matteo Dotto
06 Ott 2025 - 07:30
 © Getty Images

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Potere al Centro-Sud con Napoli e Roma in testa alla classifica con due lunghezze su Milan e tre su Inter e Juventus. Da 15 a 12, le cinque favorite tutte in un fazzoletto di tre punti. E dopo la sosta, scontro diretto Roma-Inter. 

SBADIGLI - Lo 0-0 dello Stadium tra Juventus e Milan regala poche emozioni. La Grande Bruttezza è tutta in un primo tempo orribile con due flash: Pulisic che entra in area e incespica come neanche Fantozzi e David che scivola e cicca un pallone all’altezza del dischetto che neanche Filini… Poi una ripresa appena sufficiente, con più Milan (rigore alle stelle di Pulisic e due occasioni sprecate da Leao) che Juve (miracolo di Maignan su bella sforbiciata di Gatti).

KING - Prima i cambi (discutibili) in Champions con il City e a San Siro con il Milan (risultato: due sconfitte), adesso la prima panchina. Kevin De Bruyne, King nella Manchester dei Citizens, Viceré nella Napoli scudettata, non sembra in cima alla considerazione di Antonio Conte. “Va gestito”, ribadisce il tecnico salentino nel dopo Napoli-Genoa. Più che gestito va… utilizzato: ieri è entrato al 50’ con il Napoli sotto 0-1. Comanda con personalità, detta i tempi del gioco, recupera palloni, inventa calcia, manda in crisi il pacchetto arretrato rossoblu. In una parola, è decisivo ai fini della remuntada azzurra.

PANCHINE A RISCHIO - L’ultima giornata vede almeno quattro allenatori a rischio, nella “cuerda floja” come dicono in Spagna. Il più prestigioso è sicuramente Stefano Pioli: la sconfitta interna della Fiorentina con la Roma e soprattutto i miseri 3 punti su 18 raccolti nei primi sei turni lo mettono fortemente in discussione. Tra pochi giorni (lunedì 20) compirà 60 anni, il suo ultimo esonero ha curiosamente i colori viola e risale al campionato 2018-19 quando alla 31esima giornata dopo lo 0-1 casalingo con il Frosinone fu rimpiazzato da Montella. Toscana che piange anche all’ombra della Torre di Pisa: la squadra di Gilardino è ultima in classifica e le quattro sberle di Bologna - pur con l’alibi dell’espulsione dopo 36 minuti di Toure sull’1-0 - rischiano di essere fatali. Non se la passano bene neppure Paolo Zanetti (brucia il ko interno di venerdì sera del Verona con il Sassuolo), Carlos Cuesta (Parma sconfitto sabato al Tardini dal Lecce) e Patrick Vieira (con il Genoa uscito comunque a testa alta dal Maradona). Questo campionato comunque fa registrare un discreto progresso: nelle scorse quattro stagioni infatti il primo cambio di panchina arrivò prima. Nel 2021-22 addirittura alla terza giornata (a Cagliari, Mazzarri al posto di Semplici), l’anno scorso e nel 2023-24 alla quarta (rispettivamente Juric per De Rossi nella Roma e Andreazzoli al posto di Zanetti nell’Empoli). Ci vollero invece 5 partite per portare a Bologna nel 2022-23 alla sostituzione di Mihajlovic (dopo l’interim di Vigiani spazio a Thiago Motta). La stagione recente con il primo cambio di allenatore più tardivo resta così targata 2021-22 con il cambio dopo la settima giornata di Prandelli per Iachini (che comunque tornò sulla panchina viola nel finale di campionato).
 

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