SDOTTORATE

Sdottorate: i numeri di Inzaghino e il Cholito dai 4 gol "atletici" 

Fatti, numeri e curiosità della nona giornata di Serie A

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Due pareggi e solo due gol (uno su rigore) nelle due supersfide della domenica. E così in classifica il Milan aggancia il Napoli grazie alla vittoria di sabato a Bologna, l’Inter si mangia le mani per la doppia occasione persa (andare a -5 dalla vetta ed eliminare la Juve dalla lotta per il vertice) anche se i 10 punti dalla coppia di testa rimangono comunque un discreto fardello per i bianconeri… Derby d'Italia con le solite immancabili polemiche: rigore, diciamo così, generoso in un’azione che l’arbitro Mariani, vicino all’azione, aveva giudicato non punibile al di là della situazione “geografica” del contatto Dumfries-Danilo.

PARAGONI – L’Inter frena e i numeri del paragone con Conte cominciano a dare i primi grattacapi a Simone Inzaghi. Il Conte-1 a questo punto aveva raccolto 22 punti (4 in più di oggi), a una sola lunghezza dalla Juve di Sarri capolista che avrebbe poi vinto il titolo. Inzaghi ha adesso lo stesso numero di punti (18) del Conte-2 con una grande differenza però: oggi il distacco dalla vetta è di 7 punti (per di più da due squadre…), mentre nel campionato scorso il Milan di Pioli a questa altezza aveva “solo” 5 lunghezze di vantaggio sui nerazzurri.

SETTEBELLO – Edin Dzeko, con quel tap-in che aveva illuso il popolo nerazzurro, tocca quota 7, lo stesso bottino di reti raccolto nello scorso campionato, il suo ultimo in maglia romanista. Sette gol sono gli stessi che a questo punto (dopo 9 giornate) aveva segnato Romelu Lukaku nello scorso torneo, quello che ha poi regalato all’Inter lo scudetto numero 19. Il belga ne aveva segnato uno su rigore mentre nel suo primo torneo interista Lukaku dopo le prime 9 partite di gol ne aveva realizzati 6 (con l’ausilio di due calci di rigore).

DIFESA – Si ferma a 384 minuti l’imbattibilità della Juventus tra campionato e Champions. L’ultima rete i bianconeri l’avevano incassata all’83esimo da Candreva (ex interista), poi porta blindata contro Chelsea, Torino, Roma e Zenit prima del gol di Dzeko di San Siro.

BELLEZZA – Grande intensità, tante occasioni da gol, belle azioni. Lo 0-0 dell’Olimpico tra Roma e Napoli insomma non ha fatto annoiare. E sottoscriviamo in pieno le parole di Mourinho nel post partita: poteva vincere 1-0 la Roma come poteva vincere 1-0 il Napoli. Zero a zero e… palla al centro.

SALVATAGGI – Potremmo chiamarli… “gemelli del non gol”. Perché nella ripresa Mancini (con la collaborazione di Ibanez) è stato decisivo nel contrastare Osimhen nell’area piccola con la palla finita sul palo e pochi secondi dopo Karsdorp in scivolata ha messo in angolo un tiro di Mario Rui molto probabilmente destinato in rete. Poi qualche minuto più tardi, certo, Mancini ha avuto sulla testa la palla dell’1-0. Diciamo che in Roma-Napoli il centrale umbro ha fatto meglio… il difensore dell’attaccante.

ATLETICI – Poker di applausi per Giovanni Paolo Simeone, alla sua prima quaterna da professionista. Il Cholito raggiunge quota 6, il numero dei gol messi a segno nello scorso campionato con il Cagliari (in 33 presenze) e in quello 2018-19 con la Fiorentina (in 36 partite). Sono 60 le reti realizzate in totale da Simeone in Italia (56 in A e 4 in Coppa). Legittimo a questo punto puntare a battere il record personale di 14 centri stabilito nella sua prima stagione in maglia viola (2017-18, Stefano Pioli allenatore di quella Fiorentina che il 4 marzo 2018 soffrì lo choc enorme della scomparsa del suo capitano Davide Astori). Nei 4 gol di Simeone alla squadra con cui il padre vinse lo storico scudetto del 2000 c’è un’appendice interessante, una storia… nella storia che ha i colori biancorossi e lo stemma dell’Atletico Madrid. Perché come è noto l’attaccante del Verona è figlio di Diego Simeone, l’allenatore dei Colchoneros a cui si legano gli ultimi tre titoli di Liga vinti dall’Atletico: nel ’96 da giocatore, nel 2014 e nel 2021 da tecnico. Forse un po’ meno conosciuto ai più il fatto che il papà di Pepe Reina, Miguel, difendeva la porta dell’Atletico in occasione del quart’ultimo scudetto, quello vinto nel 1977. Insomma, gli ultimi 4 titoli nazionali dell’Atletico Madrid sono tutti sull’asse dei “vecchi” Reina e Simeone…

TRIS – Noriberto Bercique Gomes Betuncal, alias Beto. Classe 1998. Altezza 1,94. Segni particolari: va a segno da tre giornate consecutive. Tre-gol-tre in soli 441 minuti totali per il centravanti dell’Udinese pescato in Portogallo (nella piccola squadra del Portimonense) da quel geniaccio del mercato (e dei conti) che corrisponde al nome di Pierpaolo Marino. Sampdoria-Udinese 3-3, Udinese-Bologna 1-1 e Atalanta-Udinese 1-1 sono state tutte griffate dalla sua firma. E così dei promettenti centravanti di colore attesi protagonisti della domenica, Abraham e Osimhen stanno a guardare all’ora della merenda mentre all’ora di pranzo Beto festeggia…

RECORD – Nella giornata del record stagionale di gol eguagliato (36, come nella prima giornata) è arrivato il terzo 0-0. I due precedenti risalivano al secondo turno (Atalanta-Bologna e Sassuolo-Sampdoria). In totale si sono segnate 290 reti in queste prime 90 partite alla rispettabilissima media di 3,2 a gara.   

  

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