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Scudetto e Champions. I segreti di Inter e Juve

I nerazzurri contro Gasperini e l'appello per i bianconeri in Europa

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Non si fa in tempo ad archiviare il weekend pallonaro che l’inizio settimana potrebbe scrivere pagine importanti/decisive sul fronte scudetto/Champions. Dal lunedì sera con la chiusura della 26esima giornata nello scontro pirotecnico di San Siro tra Inter e Atalanta (62 gol per la squadra di Conte, 60 per quella di Gasperini) al martedì dell’inappellabile verdetto sul cammino europeo della Juventus.

lapresse

OBBLIGO – Fuori dall’Europa (anche da quella di consolazione…) e fuori dalla Coppa Italia, l’Inter dell’accoppiata Conte & Marotta non può permettersi il lusso di chiudere a zeru tituli la seconda stagione consecutiva. Per questo lo scudetto (che sarebbe il numero 19, staccando così i “cugini” del Milan fermi a 18) diventa obiettivo minimo di questo biennio “contiano”. Il tecnico salentino in carriera – quando si è seduto su una panchina importante – ha sempre conquistato il titolo nazionale al primo colpo: ci riuscì con la Juventus nel 2012 (con l’aiutino del gol annullato a Muntari…) e ci riuscì nel 2017 alla guida del Chelsea. L’ultimo scudetto (omologato) vinto dalla Juve risaliva al 2003 con Lippi allenatore; c’era invece Josè Mourinho in panchina quando i blues vinsero nel 2015 l’ultimo titolo in Premier. Insomma, una seconda successione allo Special One salverebbe il bilancio di un (quasi) biennio finora in chiaroscuro facendo dimenticare più facilmente i flop di Coppa.

FAVORI – Anche in casa Juventus eliminare il Porto e approdare ai quarti di Champions sarebbe il minimo sindacale per la triade Agnelli-Nedved-Paratici. La scommessa Pirlo finora non si è rivelata particolarmente azzeccata in campo nazionale ma – si sa - l’ossessione bianconera ha le grandi orecchie della (fu) Coppa dei Campioni. Ribaltare la sconfitta 2-1 dell’andata diventa un obbligo. Lo impongono la storia (anche se il conto relativo alle vittorie in Champions è in perfetta parità: 2-2) ma soprattutto il clamoroso sbilancio tra valore e guadagni delle due rose. Da quando poi, nel 2012, la Juventus è tornata vincente ha portato a casa la bellezza di 18 titoli nazionali (9 scudetti, 4 coppe e 5 supercoppe), il Porto esattamente la metà (4 titoli di Primeira Liga, una coppa e 4 supercoppe). Anche l’attualità pende dalla parte della Juve: che è sì lontana 7 punti dalla vetta nerazzurra (dopo 25 giornate effettive) ma è sempre meno attardata che il Porto: a parità di partite giocate, 22, i biancoblù sono a -10 dallo Sporting (la squadra del cuore di Cristiano Ronaldo e di mamma Desire). L’unica lancetta che strizza l’occhio ai portoghesi è quella che riguarda l’allenatore: Andrea Pirlo (che ha già messo in bacheca una supercoppa di Lega) è al suo debutto mentre Sergio Conceicao nelle sue precedenti tre stagioni sulla panchina dei “Dragoes” ha ottenuto due scudetti e un secondo posto.

OUTSIDER – Il Milan continua ad andare sull’altalena. Bene benissimo a Roma, male malissimo contro l’Udinese, di nuovo in up a Verona. Il quarto posto è a portata di piedi, lo scudetto rimane un sogno, più utopia che concreta speranza. Intanto però la vittoria del Bentegodi restituisce autostima alla squadra di Pioli. E regala un piccolo record. Con le reti del bosniaco Rade Krunic e del portoghese Diogo Dalot (che avevano segnato in rossonero solo in Europa League) salgono a 15 i marcatori della cooperativa del gol rossonera in campionato. Solo uno (Ibra) è in doppia cifra (a quota 14), ci va vicino Kessie (9 centri, di cui ben 8 su rigore). Una testimonianza in più del buon lavoro (sulla lavagna e in campo) di Stefano Pioli.    

MAGO – A proposito di allenatori. Alzi la mano chi, alla vigilia del torneo, si sarebbe immaginato l’Udinese di Luca Gotti praticamente nella parte sinistra della classifica (condivide con la Sampdoria il decimo posto, a quota 32 punti). Dopo Inter e Atalanta è la squadra con la serie positiva aperta più lunga (4 partite, come la Juventus ma con due punti in meno: 10 la Juve, 8 l’Udinese). E pesa ancora quel rigore di San Siro in pieno recupero contro il Milan…

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