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Roma, Lukaku: "Gli altri parlano, io dimostro in campo cosa devo fare"

Il belga spiega il suo momento d'oro: determinanti Dybala e Mourinho

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Roma, Lukaku: "Gli altri parlano, io dimostro in campo cosa devo fare" - foto 1
© Getty Images

Ancora Lukaku, ancora in gol, una doppietta contro il Cagliari. Ma più che altro, più delle reti, una prestazione dominante dal punto di vista atletico e superlativa tecnicamente e tatticamente. Una risposta alle critiche, alle perplessità, ai dubbi precostituiti. Il belga, in Serie A, è un fattore determinante, che sposta gli equilibri. La Roma, questa Roma, è già la sua. E sempre più lo sarà con l'assenza di Dybala. Ma lui, Big Rom, mette la squadra davanti al proprio ego. A parole almeno: "La Roma è la Roma. Non è la Roma di Lukaku" ha sentenziato a fine match. "Siamo una squadra, dobbiamo migliorare: siamo in una posizione difficile, ma stiamo crescendo. Vogliamo fare meglio, possiamo fare meglio, per i nostri tifosi e la nostra città. Sono contento".

Era oggettivamente difficile immaginare un suo inizio di stagione tanto scintillante, se non altro per il fatto che per l'intera estate aveva dovuto allenarsi da solo: "Sono un professionista. Ho lavorato con serietà: tanti hanno parlato di me, ma io non parlo. Dimostro in campo cosa devo fare per la squadra: oggi è andata bene". Importanti, sicuramente, Dybala come compagno di reparto e Mourinho come tecnico capace di infondergli piena fiducia nei suoi mezzi: "Ho avuto la fortuna di giocare con grandi giocatori da quando sono arrivato in Italia e Paulo è un giocatore che mi aiuta tanto. Peccato che si è fatto male, ma spero che lo recupereremo presto perché è il nostro giocatore più importante. Come ho detto in passato, io e il mister abbiamo una relazione speciale. Lui conosce la mia famiglia, conosce i miei figli: è uno di cui ho fiducia, come lui la ha in me. È anche duro, come sono stati altri allenatori in passato, ma è l'unico modo che ho per crescere come giocatore".

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