Ufficiale Real: Zidane in panchina

Annunciato l'esonero di Solari che però può restare in società

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Al Real Madrid ogni minuto porta una novità: Zinedine Zidane è il nuovo allenatore. Con un comunicato ufficiale del club spagnolo è arrivato l'esonero di Santiago Solari e l'annuncio del ritorno in panchina di Zizou, l'artefice delle ultime tre Champions vinte consecutivamente. L'accordo tra le parti prevede che il francese porti a termine questa stagione per poi iniziare un nuovo ciclo triennale, con contratto fino al 2022.

Con Zinedine Zidane in panchina il Real Madrid ha vissuto momenti gloriosi prima di questa stagione. In due anni e cinque mesi alla guida della squadra, Zizou ha alzato al cielo ben 9 trofei: 3 Champions League (mai nessuno ne aveva vinte due di fila nell'epoca moderna della competizione), 2 Mondiali per Club, 2 Supercoppa Europea, 1 Liga e 1 Supercoppa di Spagna.

Da allenatore dei Merengues Zidane ha vinto 104 delle 149 partite affrontate, registrando anche il miglior bilancio di un allenatore del Real Madrid dopo le prime 70 partite (51 vittorie, 14 pareggi, 5 sconfitte).

Sembrava proprio che Zidane avesse deciso di dire un "no" defintiivo alle proposte di Florentino Perez. Non c'era verso di convincerlo. Non a caso nei giorni scorsi Zizou si è concesso una "gita" a Milano, è stato avvistato mentre pranzava in un ristorante di Via Montenapoleone spesso frequentato dai dirigenti juventini. Che il francese fosse il successore designato di Massimiliano Allegri (sempre ammesso che Max abbia davvero intenzione di chiuderla qui con i colori bianconeri) era un dato di fatto, poi El Pais ha addirittura parlato di un accordo fatto tra Juve e Zidane fino al 2022. In poche ore c'è invece stata una clamorosa retromarcia. Florentino Perez si è giocato tutte le carte a sua disposizione per convincere il suo ex allenatore a tornare indietro dopo nove mesi. 

Per una volta, anche se indirettamente e involontariamente, Perez ha dato fiducia a uno dei suoi nemici storici, Jorge Valdano, che poche ore prima del ribaltone ha espresso così il suo pensiero: "Il ritorno di Zidane sarebbe un segnale di unità per il madridismo, quello di Mourinho invece sarebbe un altro motivo di divisione".

Josè Mourinho invece per una volta ha sbagliato strategia, ma l'ha capito solo quando era troppo tardi. La scorsa settimana è stato chiaro con Florentino Perez: era dispostissimo a prendere da subito in mano la squadra. Giovedì scorso Jorge Mendes era a Madrfid per provare a stendere un'ipotesi di accordo: contratto fino al 2022, 17 milioni a stagione più un ricco assegno tra i 5 e i 6 milioni per portare a termine questa stagione. Ovviamente con delle condizioni: alla fine di questa stagione, voleva l'allontanamento dal Real di quattro giocatori con un passato importante ma ritenuti non funzionali al progetto: Marcelo, Bale, Sergio Ramos e Benzema. Anche quella condizione sarebbe stata accettata volentieri dal presidente. Però poi non è andata così.

Venerdì sera Mendes non era più a Madrid. Era a Torino, dove ha visto Juventus-Udinese insieme ai dirigenti bianconeri e ha portato avanti la trattativa che potrebbe portare il gioiello Joao Felix del Benfica proprio alla Juve. Tutti si aspettavano che a brevissimo giro di posta sarebbe tornato a Madrid per parlare di nuovo con Perez dello Special One. Ma quel biglietto Torino-Madrid non è mai stato utilizzato. Nel frattempo Perez ha bombardato Zidane di telefonate, utilizzando anche Emilio Butragueno, molto amico del francese. Mendes assisterà con ogni probabilità a Juve-Atletico Madrid.

La partita di domenica contro il Valladolid (vinta per 4-1) è stata giocata dal Real praticamente in condizione di autogestione. Solari non ha perso l'occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa, ha mandato a quel paese un paio di giocatori, ha trattato Marcelo come un ragazzo della Primavera, buttandolo dentro all'ultimo minuto al posto di Reguilon. La squadra ha vinto 4-1 ma tutti i giornali sportivi spagnoli hanno scritto che nel primo tempo poteva trovarsi a sua volta sotto per 4-1 anziché sull'1-1. L'allenamento del lunedì ha rappresentato solo l'occasione per salutare le maestranze e i giocatori: Valdebebas non sarà più la casa dell'Indiecito, che comunque ha un contratto garantito fino al 2021 e con tutta tranquillità può riflettere su cosa dovrà fare da grande.

A Solari, però, è stato offerto un nuovo ruolo in società: ora con l'argentino si cercherà di trovare il giusto incarico.

Il ritorno di Zidane al Real Madrid comporta ora una serie di conseguenze sul mercato. Ovviamente ci saranno tanti cambiamenti, ma non ci sarà l'ultimatum a quattro giocatori come nel caso di Mourinho. Ma anche la geografia delle panchine può cambiare. Soprattutto se pensiamo alla Juve, che era seriamente intenzionata ad affidare a Zidane un progetto a lunga scadenza soprattutto in chiave europea. In casa bianconera adesso dovranno seriamente riflettere sulla posizione di Max Allegri, che proprio nei giorni scorsi ha parlato esplicitamente: "Del rinnovo di contratto parleremo a fine stagione". Quello attuale scade nel 2020 ed è buona norma alla Juventus non iniziare una stagione con un allenatore in scadenza. Quindi a giugno o sarà rinnovo o saranno titoli di coda. Il sogno Guardiola, coltivato con alcuni incontri cordiali e possibilisti, è stato cancellato dallo stesso Pep con un aggettivo: "Impossibile nei prossimi due anni". Parecchio improbabile per mille motivi un ritorno di Antonio Conte (promessosi all'Inter). Resta un'ipotesi Deschamps, che nei giorni scorsi sembrava la più remota e che in questo momento riprende quota.

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