VERSO ITALIA-UCRAINA

Italia, Spalletti: "Donnarumma sarà titolare, non gli viene perdonato di avere talento"

Il ct azzurro prima della fondamentale sfida di San Siro: "Gigio sempre aspettato al varco"

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La seconda partita di Luciano Spalletti da ct dell'Italia è già, di fatto, uno spareggio per l'accesso diretto a Euro 2024. Lo sa bene l'ex tecnico del Napoli, che contro l'Ucraina a San Siro non potrà permettersi passi falsi: "Donnarumma sarà titolare, subito si risponde a questa domanda - ha detto il tecnico in conferenza dopo le polemiche per l'errore di Gigio sul gol della Macedonia del Nord -. Il ruolo del portiere paga sempre carissimo tutto, in più a lui non viene perdonato di essere un ragazzo prodigio che brucia le tappe perché gli è stato donato questo talento, questa qualità. Tutti noi abbiamo fatto fatica, abbiamo dovuto lavorare tanto per arrivare a un certo livello, mentre a qualcun altro ha un dono... Si fa un po' fatica a comprenderlo, o quantomeno viene aspettato al varco per poi andarlo a colpire. C'è questo modo di ragionare".

"È tutto abbastanza normale, si possono commettere degli errori se di errore si può parlare, poi verso qualcuno ci sono prese di posizione più forti - ha proseguito difendendo il suo numero 1 -. Poi è chiaro che i ragazzi prodigio devono avere rispetto del talento che gli è stato donato, perché va migliorato con l'impegno. Solo allora per chi ti guarda diventa più difficile colpirti. Se non lavori sul talento, allora diventa presunzione. Perché lavorandoci vuol dire che non banalizzi ciò che ti è stato donato e questo provoca negli altri anche più rispetto".

Sull'obbligo di vittoria

"È facile da gestire questa situazione, perché per forza dobbiamo battere tutti quelli che ci stanno davanti. Non possiamo tirarci indietro dal tentativo di vincere qualsiasi partita, deve essere proprio una cosa evidente, ci deve essere nel vederci giocare. Bisogna però riportare una giusta equazione tra il piacere e l'importanza dell'azzurro, dobbiamo lavorare in quella direzione lì. Vogliamo vincere e produrre anche un buon calcio, cosa che non abbiamo fatto a Skopje. Nessuno di noi è contento di quella gara, nello spogliatoio era evidente questo dispiacere del risultato e di alcuni momenti della partita. Sono curioso di rivedere la squadra domani sera perché lì effettivamente anche il campo era penalizzante... Gli ho detto fino a un minuto prima di non trovare scuse, ma c'erano difficoltà evidenti nel fare calcio. Noi siamo entrati in campo per fare la partita, mentre per chi si vuol difendere è più facile. A dimostrazione di ciò ci sono le parole di Elmas, che stimo tantissimo e ha detto delle parole ben precise e dure".

Sui possibili cambi

"Oggi avete la sfortuna di fare la conferenza prima dell'allenamento. Ho una difficoltà oggettiva nella formazione, un paio li abbiamo anche mandati a casa...".

Su Verratti e le pressioni da gestire

"Non ho fatto in tempo a telefonare a tutti, ma a qualcuno ho telefonato, lui compreso. Convocazione rifiutata? Non mi sembra mi abbia detto così... Anzi, mi ha detto che gli ha fatto molto piacere aver ricevuto questa chiamata e che vuole dare una mano, pur andando a giocare distante. Pure Bonucci mi ha detto la stessa cosa, anche lui vuole essere di aiuto alla Nazionale. Così mi hanno risposto tutti coloro a cui ho chiamato. Anche gli allenatori, quelli che hanno risposto, mi hanno mostrato questa collaborazione. Si vorrebbe fare una gestione corretta e il più coinvolgente possibile, anche se poi c'è un progetto da portare avanti e oggi la cosa più importante è qualificarsi. L'ansia gestiamola come ci pare, chiamiamola come vogliamo ma quella ci accompagnerà sempre. Ora con questo risultato la pressione diventa ancora più forte e sarà sempre così, come abbiamo detto prima. Dobbiamo essere sempre più professionisti e gestire meglio tutte le cose. Ma poi ci vuole quella personalità... Dobbiamo essere all'altezza della nostra storia e di campioni mitici come Buffon".

Sul pubblico di San Siro

"Noi dobbiamo saper reagire su qualsiasi campo, a volte si reagisce in maniera forte coi comportamenti, altre volte col silenzio. Dobbiamo reagire a qualsiasi cosa ci troviamo davanti. Personalità è quando hai molte cose da dire e stai zitto passando da pollo per guadagnarci dopo... Allo stadio di San Siro io non ho da chiedere nulla, siamo noi a doverci meritare il loro comportamento. Siccome ho assistito a gare della Nazionale a San Siro, chiedo loro ciò che hanno sempre fatto. C'è sempre stato un calore che però diventa completo solo con i nostri desideri e la nostra ricerca del gioco".

Sui potenziali pericoli

"Gli ucraini sono più organizzati della Nord Macedonia e hanno ben chiaro l'atteggiamento da avere in entrambe le fasi di gioco. Dobbiamo lavorare ai fianchi per trovare spazi, noi dobbiamo essere bravi a far questo. Loro vorranno fare la partita basandola sulle ripartenze cattive. Il gol realizzato all'Inghilterra è l'evidenza precisa di ciò che avevano pensato in quella gara lì: per 24 minuti sono stati tutti bassissimi e poi palla recuperata, tre passaggi e gol. Noi non possiamo fare gioco verticale all'inizio, ma gli spazi devono esserci. Il possesso palla si dice non conti nulla, ma non puoi fare altrimenti quando loro sono lì. Devi andare a scavare e ritagliarti uno spazietto un po' più grande per giocarci dentro. L'Ucraina sa montare addosso, sugli scarichi lunghi sa prendere palla e ti può venire anche a pressare".

Sull'ansia da risultato e l'importanza del gruppo

"Spesso i calciatori sono specchi che riflettono ciò che è il pensiero degli altri. A volte i calciatori diventano un po' l'immagine di ciò che la gente pensa di loro se non hanno una personalità forte. Se in dieci dicono a una persona che è un tipo strano lui poi fa il tipo strano... Questa però è una Nazionale che ha dei valori, compatta e unita. Anche quando si è vinto con una Nazionale fortissima la caratteristica di essere una squadra compatta e unita, una squadra di amici, è sempre stata evidente. Noi abbiamo vinto con calciatori fortissimi, ma sia nella squadra forte che in quella con un po' più di difficoltà ci deve essere l'unità e la compattezza. Io parlo col presidente e con la Federazione, non vogliamo avere una rosa larghissima, si vogliono far giocare i giovani calciatori come ha fatto Mancini se lo meritano... Ma poi ci vuole sempre un gruppo compatto e coeso. Con le mie scelte farò alcuni giocatori contenti e altri scontenti, ma io farò delle scelte per il bene della Nazionale. Non lo dico io qui, lo dice la mia storia. Io le cose le ho sempre fatte per il bene della squadra, non per una mia presa di posizione. È la mia storia che insegna a me come gestire le cose e ora che mi hanno dato la possibilità di essere allenatore della Nazionale questo avverrà ancora di più e sarò ferocissimo per il bene della Nazionale".

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