NAZIONALE

Mancini, non solo record: la sua Italia ormai gioca a memoria

Dall'arrivo del C.T. sono tanti i primati raggiunti dagli azzurri. Ma quello che più impressiona è un gioco ormai collaudato

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I record e i numeri dell'Italia della gestione Mancini fanno impressione. Innanzitutto le vittorie consecutive, con il sorpasso al bicampione del mondo Vittorio Pozzo, poi la percentuale di successi rispetto alle partite giocate (un 68% che lo porta al primo posto tra tutti i selezionatori azzurri), fino ad arrivare ai gol realizzati: 2,41 a gara (sul gradino più alto del podio tra i C.T. del dopoguerra) e al numero di marcatori diversi (26), per un quarto posto dietro a Pozzo, Prandelli e Lippi (che comunque hanno guidato l'Italia per più partite).  

Una spiegazione logica, comunque, c'è. Mancini ha deciso di puntare da subito su un gioco offensivo, basato sui principi posizionali in fase di possesso palla e sull'aggressività in quella difensiva. La logica conseguenza sono i numeri che riguardano le vittorie e i gol realizzati. Così come si spiega con la didattica sul campo il fatto di aver mandato in rete così tanti giocatori diversi. Chi si allena a Coverciano ripete in allenamento le linee guida volute dal C.T.

La squadra, quando ha la palla, si dispone con un 3-2-2-3 che ricorda il W-M dei tempi antichi. L'esterno difensivo di un lato sale in linea con la punta centrale e l'attaccante dell'altra fascia, il laterale alto corrispondente si accentra sulla trequarti accompagnato da una mezzala che si alza. Gli atri tre difensori restano bassi aiutati, per l'uscita del pallone, dal regista centrale e dall'altra mezzala che si sposta al suo fianco. Quando il pallone ce l'hanno gli avversari ci si difende con il 4-3-3 (o 4-5-1 se si abbassano gli esterni). Una disposizione ormai mandata a memoria da tutto il gruppo azzurro. 

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