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Italia, Retegui è uno dei lasciti più importanti di Mancini anche dopo il trasferimento in Arabia

Mateo è stato scelto dall'ex ct quando non lo conosceva nessuno e resta fondamentale anche dopo che ha deciso di lasciare l'Italia

15 Ott 2025 - 15:58

L'Italia scopre Mateo Retegui quando, tra la sorpresa di tutti, il ct di allora Roberto Mancini decide di convocarlo per la partita con l'Inghilterra a Napoli. Sembrava una mossa quasi al limite della provocazione: chiamare un attaccante argentino, in possesso della cittadinanza italiana per discendenza (nonno materno di Canicattì, quello paterno di Sestri Levante). Nessuno lo conosceva, a parte gli appassionati di calcio sudamericano, visto che, quando è stato chiamato in Nazionale, era titolare nel Tigre, con cui si apprestava a diventare capocannoniere del torneo. Il Mancio aveva comunque ancora un bel credito di popolarità dopo la conquista di Euro '21, anche se notevolmente scalfita dalla mancata partecipazione a Qatar 2022.

Più che una provocazione, in realtà, si trattava di lungimiranza ed emergenza. Immobile si avviava verso la fase discendente della carriera e di punte italiane, in giro, ce n'erano veramente poche. L'occhio del ct e dei suoi osservatori ha pescato questo centravanti dall'altra parte del mondo e, con il senno di poi, ha trovato un attaccante che può aiutare la Nazionale italiana a uscire dall'incubo mondiale. La scelta di Mancini gli ha cambiato la carriera. E' approdato in Serie A, prima al Genoa e poi all'Atalanta, prima di accettare il trasferimento all'Al-Qadisiya, in Arabia. Ai bergamaschi 67 milioni, a lui 20 a stagione per quattro anni. Tutti contenti, dunque. Tutti a parte chi si ritrova costretto a guidare l'Italia. Per tanti, l'aver venduto l'anima al calcio saudita avrebbe segnato la fine di qualsiasi prospettiva ad alto livello.

Mateo è riuscito a sfatare anche questo luogo comune, facendosi trovare pronto ogni volta che Gattuso ha bisogno di lui e dimostrando che, come capita a tutte le selezioni del mondo, si possa conciliare l'esperienza all'estero con un buon rendimento con la maglia della propria Nazionale. La partita con Israele ha dimostrato quanto possa servire a un'Italia claudicante, che sta cercando poco alla volta di tornare ai fasti del passato. Il suo gol su azione, voluto, costruito e finalizzato in prima persona, è arrivato dopo aver sradicato il pallone all'avversario e piazzato un cioccolatino all'incrocio dei pali. 

Retegui è perfetto in un sistema con un partner d'attacco. Gattuso lo ha capito subito e non rinuncia alle due punte, sia con la difesa e tre che a quattro. Mateo sa dialogare con un attaccante puro, alternando i movimenti incontro e in profondità, può fare il riferimento avanzato con una punta di movimento o essere lui quello più portato a svariare. Un attaccante completo, insomma, che è diventato un elemento fondamentale della formazione di Gattuso. Se gli azzurri possono sperare di tornare in un Mondiale dopo 12 anni di assenza lo devono soprattutto a un italo-argentino che, nei sogni più mostruosamente proibiti, potrebbe ricalcare le orme di Monti, Orsi e Camoranesi, tutti e tre campioni del mondo...