L'EDITORIALE DI BRUNO LONGHI

Mourinho: sette minuti per non ritrovarsi più

Mentre davanti prosegue il duello tra Inter e Milan, la Juve compie l'impresa all'Olimpico con una clamorosa rimonta sulla Roma

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Nell’ottava vittoria consecutiva dell’Inter, squadra con l’attacco più prolifico, c’è una chiara contraddizione. Che a decidere la gara con la Lazio sono, nel bene e nel male, i difensori. Bastoni che fa gol e assist- e tra l’altro va a rete a Marassi pure il suo omonimo dello Spezia- Skriniar che decide il match rimediando all’errore del pareggio di Immobile condiviso con De Vrij e Handanovic. Un’Inter forte, non bellissima come in altre occasioni, ma comunque determinata a riconquistare la vetta della classifica a spese del Milan, sospinto in Laguna dai dilaganti Leao e Theo Hernandez.

L'INTER HA LA MEGLIO SU UNA LAZIO MOLTO POCO SARRIANA
Partita ostica quella dei nerazzurri per l’atteggiamento poco “sarriano” degli avversari, più propensi a schermarne la costruzione dal basso che a cercare di fare gioco. Ma chi ha Brozovic, in formato uomo-ovunque, può andare al di là di ogni tipo di difficoltà. Milano gode ottima salute. E il duello a forti tinte rossonerazzurre promette in futuro emozioni e spettacolo, grazie al ritrovato smalto della squadra di Pioli, insensibile ai possibili dolori che avrebbero potuto provocare le tante assenze. Discorso valido anche per il Napoli, unica squadra con l’Inter a vincere in casa nella domenica contraddistinta da ben sei successi fuori casa su otto. Il più clamoroso è sicuramente quello della Juventus all’Olimpico, giunto a conclusione di una gara intensa in cui bianconeri e giallorossi hanno mostrato tutto il meglio e il peggio del loro repertorio.

I SETTE MINUTI FATALI DI MOURINHO
La squadra di Mourinho ha perso in 7 minuti una partita che pensava di aver vinto. Quella di Allegri ha fatto l’esatto contrario, dando vita ad una rimonta sulla quale nemmeno lui dopo il gol dell’1-3 avrebbe scommesso un centesimo di euro. I cambi sono stati decisivi, ma quando ciò avviene è lecito chiedersi quanto e se fosse sbagliata la formazione iniziale. La metafora del match, dal punto di vista della Roma, la si può riscontrare nei calci piazzati di Lorenzo Pellegrini: magnifico a centrare il “sette” con una punizione dipinta. Orrendo nel rigore che avrebbe dato il 4-4 alla sua squadra. La metafora della partita della Juventus sta nei minuti della clamorosa rimonta, talmente belli da azzerare la bruttezza dei primi settanta, impreziositi soltanto dalla perla di Dybala.

L'ATALANTA DILAGA CONTRO I MARTIRI BIANCONERI
La squadra bianconera continua nella sua marcia di avvicinamento alla zona Champions, mantenendosi a meno 3 dall’Atalanta straripante a Udine contro i “martiri” bianconeri. Mourinho, e non è una novità, cerca alibi e colpevoli per far digerire alla tifoseria la nona sconfitta su ventuno partite. Tra le tante vittorie in trasferta sorprendono quella della Salernitana a Verona, e parzialmente quella dello Spezia nel derby di Marassi col Genoa. Perché vincere contro i rossoblù ha ben poco di clamoroso, visto che con Shevchenko in panchina hanno messo insieme la miseria di 3 punti in 9 partite. In linea con le previsioni dei più pessimisti.

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