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È stato uno dei protagonisti della fase finale del Mondiale per Club con tre gol in poco più di due partite, Joao Pedro si è unito al Chelsea nella finestra tra gli ottavi e i quarti di finale a fronte di un assegno da 70 milioni spedito in direzione Brighton. Il brasiliano si è rivelato un innesto fondamentale in queste settimane negli Usa e anche ieri in finale ha laciato il segno. JP è stato però protagonista anche della rissa nel finale, situazine che lo stesso calciatore ha spiegato ai microfoni dell'emittente brasiliana SporTV: "Il match stava per finire e loro hanno cominciato con le provocazioni, cosa normale. Solo perché hanno vinto la Champions, lo capiamo, è meritato, complimenti a loro... Ma oggi era un’altra partita e a vincere siamo stati noi. Avrebbero dovuto accettarlo, non dovevano provocare". Poi l'attaccante entra nel dettaglio della genesi della rissa: "Li ho visti circondare Andrey, e come buon brasiliano sono andato a proteggerlo. A quel punto Luis Enrique mi ha spinto e sono caduto. Non sanno perdere". Poi un passaggio sul fantastico momento personale che sta vivendo: "Ho passato 40 giorni in vacanza, sono arrivato nel mezzo di un Mondiale, è la prima volta che affronto grandi squadre. Sto vivendo l'incredibile, non so cosa dire. Ho lavorato con un personal trainer e sono arrivato negli Stati Uniti eliminando subito una squadra che mi ha dato tutto (il Fluminense) e arrivando in finale. La mia prima finale, due gol in semifinale e uno in finale. È merito di Dio, non c'è molto da dire".