Ai rossoneri mancava un regista di talento dall'addio del bresciano cui Max deve l'esplosione della sua Juve: il croato ha colmato la lacuna di entrambi
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Dagli un centrocampo con un Modric alla Pirlo e Max Allegri ti solleverà il mondo. Già, perché hai voglia a dire che il tecnico toscano non sa far giocare bene le sue squadre quando in mezzo al campo manca qualità. Arrivato Luka e aggiunto il contributo prezioso di Adrien Rabiot, anche il nuovo tecnico rossonero ha mostrato di saper dare spettacolo, unendo equilibrio a palleggio, la verticalità alla copertura degli spazi, l'attesa bassa alle ripartenze. Il nuovo Milan è, in questo senso, un vecchio Milan, dove Modric, appunto, può fare il Pirlo e, allargando un po' il discorso, Fofana può essere un Gattuso, Rabiot un Seedorf (sì, in questo caso il paragone è un po' azzardato, ma parliamo solo di modo di giocare) e Pulisic un Kakà. O volendo, una vecchia Juve targata Allegri: Modric alla Pirlo, Rabiot alla Pogba, Fofana alla Vidal. Quantità, qualità, corsa, inserimenti, pulizia di manovra. E piedi buoni, soprattutto piedi buoni.
Non sorprende, quindi, che i rossoneri abbiano lavorato in estate, su indicazione del tecnico, soprattutto sulla mediana, una mediana completa e con alternative di valore come Loftus-Cheek, Ricci e, quando potrà tornare, Jashari. Il tutto per garantirsi un reparto da scudetto che per lo scudetto può correre proprio perché di nuovo all'altezza di quello delle migliori del campionato. Chi sono? Il Napoli (Lobotka, Anguissa, De Bruyne, McTominay) e l'Inter (Calhanoglu, Barella, Mkhitaryan o Sucic), non a caso le prime due dello scorso campionato e le favorite di questo. Le altre, là in mezzo, sono molto distanti. Lo è la Juve, più completa in attacco, lo è la Roma, lo è l'Atalanta.
Ora, cinque giornate non sono sufficienti per dare la reale misura della forza delle diverse squadre. Ma se una squadra va costruita attorno al suo cuore, il cuore del Milan, che pulsa al ritmo di Modric, è certamente ben funzionante. Perché, anche grazie al croato e alla sua clamorosa intelligenza tattica, è migliorata l'uscita dal basso, la fase difensiva è diventata organizzata e solida e quella offensiva più incisiva e verticale. Insomma, con un Modric alla Pirlo il Milan e Allegri hanno ritrovato un centro di gravità da scudetto. E fanno già tremendamente sul serio.