VERSO MILAN-JUVENTUS

Verso Milan-Juventus, Pioli: "Non è la partita della vita, Ibra non ci sarà"

Il tecnico rossonero: "La Juventus è molto forte, gara importante ma non decisiva"

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Il Milan capolista affronta la Juventus a San Siro nel big match dell'Epifania. Dieci i punti di differenza in classifica, ma non bastano per far stare tranquillo Stefano Pioli: "La Juve è molto forte ed è in crescita - ha commentato alla vigilia -. E' una gara importante, ma non sarà decisiva. Non è la gara della vita, il campionato è ancora lungo". Assente Ibrahimovic: "Il post social mi ha fatto arrabbiare, sta bene ma non ci sarà".

LE PAROLE IN CONFERENZA 

Sono 10 i punti di vantaggio in classifica: che Juventus si aspetta?
E' una squadra in crescita dopo che senza dubbio ha perso qualcosina per il nuovo percorso. Ha grandi giocatori ed è ben messa in campo. Non si deve far palleggiare facilmente perché poi è difficile da prendere, dovremo affrontare la sfida molto bene anche dal punto di vista tattico. Noi siamo pronti e forti,

Quale dei record delle ultime settimane vi rappresenta di più?
Sono dati importanti che testimoniano la qualità del nostro lavoro e dell'organico. Non dobbiamo farci distrarre, ma pensare solo a dare il meglio per battere la Juventus.

E' da anni che Milan-Juve non è così importante in campionato: ve lo meritate?
Questa non è mai una sfida come le altre e lo sappiamo. Siamo solo alla 15.a giornata, siamo in una maratona e gli scatti non servono. Non è la partita della vita, sicuramente importante contro un avversario forte, ma non è decisiva.

 

Come sta Ibrahimovic? Il vice-Ibra è Leao che segna quando gioca da prima punta?
Ho rimproverato Ibra per il post social perché tutti mi hanno tempestato per sapere se giocherà. Sta meglio e lavora bene, ma non ci sarà contro la Juve. Leao sta crescendo tanto, non ha le caratteristiche di Ibra ma ha le sue che sono importanti e dobbiamo sfruttare. Ai ragazzi così giovani va dato tempo di crescere e consolidare la propria posizione, l'importante è vedere in loro la voglia di migliorare ogni giorno.

E' un'altra occasione per dire a tutti che il Milan è tornato grande?
Ogni partita è un'occasione. Più l'avversario è forte, più il nostro livello deve salire. Noi stiamo facendo il nostro percorso dimostrando di potercela giocare, ed è importante, poi proveremo a vincere.

E' cambiata la gerarchia in Italia?
Per noi è cambiato sicuramente, abbiamo 17 punti in più rispetto all'anno scorso che vuol dire che la strada intrapresa è quella giusta. Non voglio smorzare l'entusiasmo, sono ambizioso ma a gennaio una partita non può essere decisiva. Sarà un esame importante in cui daremo il meglio.

Le fa effetto questa dimensione di uomo-copertina e guida carismatica?
La cosa che più mi gratifica è la considerazione del club e il rapporto coi giocatori. Capisco gli umori del momento, vivo tutto con molto equilibrio e mi dà motivazione per dare il meglio ai miei ragazzi perché possiamo crescere ancora molto. Pensiamo al campo e non al contorno.

La Juve è obbligata a vincere? Ti accontenti di un pareggio?
Se approcci alla partita pensando che un pareggio vada bene, è il modo più veloce per perdere. Dovremo soffrire e stringere i denti, ma scenderemo in campo per vincere e non per pareggiare. Sono contento se i ragazzi danno tutto in campo.

Per la terza volta giocate dopo l'Inter in aria di sorpasso: dal punto di vista psicologico quanto influisce?
Non influisce perché prepariamo la partita a prescindere dal risultato degli altri. In questo momento non è la classifica l'obiettivo più importante.

Possibile che la Juve possa perdere lo scudetto se non vincesse?
Non credo, sedici giornate sono poche rispetto alle diciotto che mancheranno. C'è spazio per una squadra così forte per rimontare in qualsiasi caso.

Il centrocampo è in emergenza: hai pensato a un piano B in mezzo?
Sì, come sempre. Preparo l'assetto iniziale, ma poi si pensa anche a preparazioni successive in caso il piano gara non vada bene.

Kjaer ha elogiato lo spirito di gruppo: è d'accordo che nessuno è più forte del Milan?
Fino a oggi i risultati dicono questo, era impensabile fare così tanti punti. Sappiamo le difficoltà del campionato italiano e la forza dell'avversario, con sette squadre di altissimo livello che si giocheranno un posto in Champions League. Noi dovremo stare lì fino alla fine per giocarcela.

La società l'ha rassicurata sul mercato in difesa? Conti partirà?
La società è presente e i confronti sono continui. Il mercato è appena iniziato e il club sa che ci sarà la possibilità di migliorare l'organico, lo farà. Non faccio nomi. Sul mercato non c'è nessuno, Conti è affidabile anche se in questo momento la gerarchia è un po' cambiata, ma nel calcio tutto cambia velocemente in base alle prestazioni e alla condizione.

Cosa manca al Milan per poter dire davvero che siete una squadra da scudetto?
Dobbiamo migliorare tante situazioni che ci vedono non così precisi. Dobbiamo continuare a giocare con intensità - anche mentale - e qualità. Se manteniamo alti questi due fattori, saremo protagonisti.

Cosa si aspetta da Krunic in un big match?
E' la squadra che deve interpretare bene la partita, poi la prestazione del singolo può incidere. Lui ha qualità e caratteristiche per stare con noi, gli chiederò di fare attenzione a curare quei particolari che in queste partite possono fare la differenza.

Che approccio si aspetta contro la Juventus?
Dopo la sosta è sempre difficile riprendere, anche se avevamo bisogno di riposare. A Benevento ci siamo sciolti bene e abbiamo lavorato bene in inferiorità numerico. Contro la Juve staremo meglio a livello fisico e mentale, ma sarà una partita da leggere nei momenti chiave e capire. L'aspetto più importante sarà la lucidità tattica da fare in campo.

Che somiglianza c'è con il Milan dell'ultima sfida alla Juventus?
Quel 4-2 va preso d'esempio per far capire ai ragazzi che le partite non finiscono mai. Eravamo sotto e in pochi avrebbero pensato che avremmo ribaltato il risultato. Invece restare in gara per novanta minuti ti dà sempre l'opportunità di rientrare in gioco e la squadra ci crede sempre.

Cosa ti è rimasto dentro dei tuoi anni alla Juventus?
Arrivai in bianconero da ragazzo dalla provincia, entrando in uno spogliatoio importante con uomini che mi hanno insegnato tanto come Scirea, Tardelli, Paolo Rossi. Ne sono uscito più adulto e maturo, con insegnamenti importanti per la mia carriera professionale.

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