365 GIORNI DOPO

Un anno di Pioli: la rivincita dell'uomo normale che ha rilanciato il Milan

Il 9 ottobre 2019 la presentazione dell'allenatore che ha sostituito Giampaolo e scacciato il fantasma di Rangnick

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Il 5 ottobre di un anno fa il Milan vince a Genova, 2-1 sui rossoblù. Nonostante la vittoria la società saluta Giampaolo e il suo progetto e decide di affidarsi a Stefano Pioli. Quattro giorni dopo, il 9, esattamente un anno fa, il nuovo allenatore viene presentato alla stampa. Da lì inizia un'avventura da film americano, con brutte cadute nei primi mesi seguite da una sequenza infinita di soddisfazioni. 

Dopo un anno il bilancio di Pioli si può definire in attivo solo se non si vogliono chiamare le cose con il loro nome. Perché forse "miracolo" è la parola giusta. I dirigenti del Milan scelgono lui durante la sosta per le Nazionali. Alla prima partita c'è il 2-2 casalingo con il Lecce. I rossoneri si fanno raggiungere nel finale. E' ancora il Milan di Biglia, di Paquetà, di Suso e di Piatek (che non è titolare ma da subentrato segna il gol del momentaneo sorpasso rossonero). Il sistema di gioco è lo stesso del predecessore, il 4-3-3.

Da lì parte una serie di alti e bassi che sfocia nel punto più oscuro prima di Natale: il 5-0 subìto a Bergamo dall'Atalanta. A gennaio arriva Ibra ma il primo scontro che davvero conta, il derby, finisce 4-2 per l'Inter con i rossoneri che si fanno rimontare i due gol iniziali. Poi inizia il lockdown e la trasformazione. Alla ripresa, a fine giugno, il Milan travolge il Lecce in trasferta con quattro gol mostrando a tutti la fluidità della manovra e gli automatismi che lo hanno fatto diventare una squadra che gioca a memoria. La partita dopo è la vittoria di Roma sui giallorossi e, dopo il pari di Ferrara, arrivano i successi su due delle pretendenti allo scudetto: Lazio e Juventus

Ma tutto questo non basta a garantire il posto a Pioli. E' ormai sicuro che arriverà il tedesco Ralf Rangnick a ricoprire il ruolo di allenatore-manager. Il Normal-One non si preoccupa. Continua a fare il suo lavoro e a vincere. Dopo altri tre successi consecutivi la dirigenza si arrende e gli rinnova il contratto fino al 2022. Pioli è contento ma ha in testa solo il posto in Europa. Che alla fine arriva ma dalla porta dei preliminari: ben tre superati, tra cui spicca l'impresa ai rigori con il Rio Ave, per approdare alla fase a gironi. La Serie A 2020/21 inizia con altre tre vittorie su tre partite, di cui due senza Ibra positivo al Covid.

Un anno pazzesco, insomma. Qualche piattaforma digitale potrebbe pensare di farci un film, o una serie. Ma non ditelo a Pioli. I riflettori non fanno per lui. Conta solo il campo. 

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