Milan, una Champions... da retrocessione

Nelle ultime sei gare solo quattro squadre hanno fatto peggio dei rossoneri. Così Torino rischia di diventare la prima tappa di una via crucis...

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C'è una classifica che preoccupa di più di quella che oggi vede il Milan ancora aggrappato al quarto posto. Eccola: Fiorentina e Parma 3 punti, Genoa e Chievo 4 punti, Milan 5 punti. Quint'ultimo posto, a -2 dall'Empoli, -8 da Bologna e Cagliari e addirittura -10 dalla Spal, "capolista" inedita e inattesa. La classifica, per quel che vale, riguarda le ultime sei giornate di campionato. Una fetta di una torta molto più grande che rischia però di diventare indigesta per Gattuso e tutta la sua banda. Cosa è successo, quindi, alla squadra che prima di questo periodo che definire nero è un eufemismo veniva invece da un avvio di 2019 extralusso?

La risposta dovrebbe darla Gattuso, il quale, ultimamente, fatica mica male a trovare una spiegazione al naufragio della sua barca. Ci ha provato anche ieri, al termine dell'ennesimo match finito senza vittorie, con il viso scuro scuro e una voglia matta di mangiarsi anche il tavolo che aveva davanti a sè in conferenza. In sintesi: svogliati e impauriti. Che non è proprio l'anticamera della svolta e tanto meno lo spirito giusto per tuffarsi in un finale di campionato difficile e senza margini di errore.

Lo spicchio di luce in questo dado che ha smesso di segnare il numero 3 - inteso come punti per la vittoria - è il quarto posto in classifica. Essere ancora là davanti, con il destino nelle proprie mani, è un vantaggio indiscutibile e per certi versi inconsueto. Per dire: che dietro, pur facendo meglio dei rossoneri, non siano stati in grando di agganciare la quota Champions è una fortuna nemmeno troppo meritata ma certamente da non sperperare. Prendere e portare a casa: va da sè, però, che i bonus, tutti i bonus, sono finiti qui.

In fondo a una settimana che contiene un'altra importante sentenza - mercoledì c'è la semifinale di ritorno della Coppa Italia - Gattuso andrà a giocarsi buona parte del futuro del Milan sul campo del Torino. Un campo particolarmente difficile non solo perché storicamente i rossoneri lo soffrono, ma anche perché l'andamento lento della truppa "quarto posto" ha permesso ai granata di riavvicinarsi al punto da poter agganciare il Milan battendolo nello scontro diretto. Ecco, di questo si tratta: uno scontro diretto. L'ultimo da qui a fine stagione, ma forse anche il più importante, perché perderlo significherebbe essere in svantaggio con il Toro nella classifica avulsa (mentre Gattuso è in vantaggio con tutte le altre inseguitrici: Roma, Atalanta e Lazio). Al Grande Torino, quindi, per dirla con esagerata enfasi, si fa la storia o si muore. Alternative prossime allo zero.

Il paradosso, in tutto questo e al netto di un calendario che è stato sufficientemente complicato da portare poi i pochi punti di cui sopra nelle ultime sei gare, è che il Milan ha fatto peggio proprio quando ha recuperato gli uomini che potevano e dovevano garantire energie fresche in vista del rettilineo finale. Tolto Bonaventura e il piccolo infortunio di Paquetà (comunque decisivo, a conti fatti), Gattuso ha l'infermeria vuota come non mai. Ci sono tutti e sono tutti disponibili. Ma bisogna aver voglia di rincorrere davvero l'obiettivo. Torniamo alle parole di Rino: noi svogliati e impauriti. Ecco, il punto è tutto lì. Se non gira questa giostra, il rischio è di scendere alle porte dell'Europa.

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