L'INDISCREZIONE

Milan-Arnault, avanti tutta: Braida al lavoro per i rossoneri

L'ex dirigente sta facendo da intermediario in una trattativa complicata e segretissima. Ma il Re francese del lusso fa sul serio

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Si va avanti tra indiscrezioni e smentite, ma certamente si va avanti. Bernard Arnault fa sul serio e, nonostante le voci contrastanti degli ultimi mesi, è realmente al lavoro per valutare un possibile acquisto del Milan. Lo afferma il nostro Bruno Longhi, che, intervistato da Milannews, ha parlato di "una trattativa che, per quel che mi risulta, c'è". Non solo, perché tra le novità assolute sulla questione rispunta una vecchia conoscenza milanista, Ariedo Braida. L'ex dirigente rossonero avrebbe infatti incontrato Arnault per conto di Elliott e starebbe svolgendo un ruolo da intermediario nella complicata trattativa per la cessione del club al Re francese del lusso.

Di Arnault e dei suoi prestigiosi marchi - la multinazionale LVMH è proprietaria di oltre 70 firme di alta moda come Christian Dior, Bulgari, Fendi, Givenchy, Kenzo, Loro Piana e Louis Vuitton, di orologi come TAG Heuer, di gioielli come Tiffany & Co., di vini e liquori come Moët & Chandon, Veuve Clicquot, di editoria come Les Échos e Le Parisien, e di alberghi di lusso - si è detto molto e molto si è saputo anche sul fronte delle richieste di Elliott per passare di mano il Milan. I cattivi risultati del club di via Aldo Rossi potrebbero però dare paradossalmente un'accelerata all'operazione convincendo il fondo Usa ad abbassare le pretese a stringendo quindi la forbice tra domanda e offerta.

Certo è che in tutto questo ci sono due questioni di fondamentale importanza. La prima è lo stadio e tutto quello che ruoterà (o si vorrebbe far ruotare) attorno al nuovo impianto. Se arriverà questo benedetto via libera del Comune di Milano al progetto di Milan e Inter - una sorta di distretto dell'entertainment, dello sport e della moda, sul modello dello Staples Center di Los Angeles - Arnault si spingerà fino in fondo alla trattativa e chiuderà l'affare. Altrimenti non se ne farà nulla. Sempre che, e questo è il secondo punto, si trovi anche un accordo sulla cifra, perché se i 1200 milioni di euro chiesti da Elliott sono considerati eccessivi (l'offerta non supererebbe i 950 miloni, stando al Sole 24 Ore), è indubbio che i Singer non sono abituati ad uscire dai loro affari perdendoci e, di conseguenza, non possono vendere il Milan per meno di 700/800 milioni.

Intanto tra i partner per la costruzione di stadio e "annessi" spunta il nome di Hines, una delle maggiori società immobiliari al mondo, con sedi in 24 paesi e beni per un valore stimato di 26 miliardi di dollari. Il gruppo ha partecipato attivamente al rinnovamento di Milano nelle zone di Porta Nuova Garibaldi e Piazza Cordusio. Sempre il Sole ci spiega che "dal 2015 il gruppo immobiliare ha investito a Milano 1,8 miliardi ed altri 3 miliardi ha in programma di investirli entro il 2023". Insomma, tra Milan, nuovo stadio e Milano si fa tremendamente sul serio. Con la prossima Primavera che potrebbe essere il momento della grande e decisiva accelerata.

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