2023 DA INCUBO

Viaggio nella crisi del Milan: dai flop Leao e De Ketelaere ai numeri in trasferta, il 2023 è un incubo

I rossoneri non riescono a uscire dalla crisi di gioco e risultati. I problemi da risolvere per Pioli sono tanti

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Il Milan di Pioli, disegnato da Paolo Maldini e Frederic Massara, si è perso e ora rischia grosso. Se i rossoneri sono tornati ai quarti di Champions League dopo un'eternità calcistica, in campionato il 2023 dei campioni d'Italia è da incubo e i numeri inchiodano tecnico e giocatori. Dal -5 sul Napoli con cui si è andata alla sosta, col fiatone per l'autogol da tre punti di Milenkovic contro la Fiorentina, si è ruzzolati fino al -23, un record negativo per una squadra col tricolore sul petto. A tre anni di distanza esatti dall'illuminazione che ha portato fino allo scudetto, il led che ha acceso le ultime stagioni del Milan di Pioli ha iniziato a sfarfallare e rischia di spegnersi del tutto.

Il 6 gennaio 2020 è riconosciuto come il momento della svolta nel destino del Milan. Da quello 0-0 con la Sampdoria il Diavolo è cresciuto esponenzialmente, superando pregiudizi e sorrisini fino a vincere il 19° scudetto "on fire" con Pioli. Dall'8 gennaio 2023, sera della rimonta subita in casa dalla Roma negli ultimi minuti, quel fuoco si è spento e ogni certezza costruita nel triennio è stata spazzata via.

I numeri parlano chiaro - Sono 9 i punti in meno rispetto allo scorso campionato, considerando anche che quello tra gennaio e marzo era stato il periodo più complicato prima della cavalcata tricolore. Nel 2023 il Milan ha raccolto solo 15 punti in 12 giornate, condite dall'eliminazione agli ottavi di Coppa Italia in casa per mano del Torino. Inoltre nell'era dei tre punti a vittoria mai una squadra col tricolore sul petto si era ritrovata a 23 punti dal primo posto, un po' per indubbi meriti del Napoli di Spalletti, ma molto per demeriti propri.

Capire e analizzare il motivo di questi numeri però è tutt'altro che semplice e tocca diverse sfera.

Il flop dei singoli - C'è un punto in comune negli ultimi mesi che è troppo clamoroso per non essere associato al calo di rendimento del Milan: Rafael Leao. L'ultimo gol del portoghese risale a metà gennaio, ma a prescindere dalle reti sono le prestazioni che nel 2023 sono state costantemente sotto lo standard. Rinnovo o meno, Leao è una pedina fondamentale nel gioco di Pioli che però ha perso tutta l'efficacia che lo ha reso Mvp dello scorso campionato. Lui, come Tomori in difesa e Bennacer a centrocampo rischiano di essere un problema, perché i problemi fisici dell'algerino ne stanno condizionando il rendimento e lo stesso Bennacer ha dimostrato di essere un giocatore chiave se in piena forma, ma potenzialmente dannoso quando non in condizione.

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Il mal di trasferta - Un punto di forza del Milan scudettato, ma anche della stagione precedente, era il rendimento lontano dal Meazza. In questo 2022/23 i rossoneri in trasferta hanno conquistato solo 19 punti (in media 1.36 a partita), realizzando solo 16 gol e subendone 19.

Superficialmente, la spiegazione a questi primi due punti potrebbe essere riassunta nell'atteggiamento delle squadre avversarie che in questa stagione aspettano di più il Milan piuttosto che aggredirlo, togliendo così quello spazio dietro la linea difensiva in cui Leao e Hernandez sono spesso andati a nozze con ripartenze micidiali.

I (non) rinforzi - Dopo la conquista dello scudetto la dirigenza rossonera aveva parlato di alzare l'asticella, il che teoricamente avrebbe dovuto significare la possibilità di aumentare la competitività sul mercato. Invece mentre la società non ha praticamente aperto i rubinetti, l'intero budget è stato investito su De Ketelaere che, insieme ad Origi, Adli e Vranckx non ha portato alcunché in termini di valore aggiunto finora. L'investimento sul giovane trequartista belga è per il futuro, ma intanto è il presente a chiedere conto dopo sette mesi di vuoto.

Pressione - Zlatan Ibrahimovic dopo la sconfitta di Udine è stato chiaro coi compagni: "Una cosa è giocare per diventare campione e una è giocare essendo campione, è totalmente differente per il livello di pressione. Questa squadra non ha l’esperienza per giocare da campione, per questo arrivano questi up and down, ma non è una scusa bisogna continuare a lavorare".

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Pioli e Maldini a rischio - Infine Stefano Pioli e Paolo Maldini, un binomio giustamente esaltato dalla tifoseria rossonera ma che si sta giocando molto in questa stagione dopo la sbornia tricolore. La qualificazione alla prossima Champions League è a rischio col Milan al quarto posto ma con un calendario complicato da gestire soprattutto in trasferta. Il cammino europeo è una soddisfazione, ma non può rischiare di essere rovinato dal mancato accesso alla prossima edizione. Anche per questo nessuno è al sicuro e, come riporta la Gazzetta dello Sport, anche il futuro del tecnico e del dirigente è sotto la lente di ingrandimento.

LA CURVA SUD ALZA LA VOCE: "IL QUARTO POSTO NON È UN'OPZIONE"

Anche la Curva Sud ha voluto farsi sentire, con un messaggio social: "Forse non è chiaro che la qualificazione Champions non è un'opzione… Due settimane di stop per ritrovarsi definitivamente, siamo anche stufi di assistere a certe prestazioni… Il Milan deve essere il Milan sempre, come la curva è sempre la curva. Che si giochi con la prima o con l’ultima della classe! Basta distrazioni, basta sprechi! Forza lotta Avanti".

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