Andrea D'Amico: "Giusto puntare sui giovani, permettono ottime plusvalenze"

Il procuratore: "Le leggi di mercato sono cambiate, il vero obiettivo dei calciatori oggi è la Champions League"

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Le operazioni di mercato fanno parte della sua quotidianità e Andrea D'Amico in tanti anni di trattative in Italia e all'estero si è confrontato con un cambiamento importante. I campioni della Serie A attirano sempre di più le attenzioni dei grandi club europei e nella maggior parte dei casi la loro destinazione è lontana. "Il campionato italiano era il pù ricco fino a un po' di tempo fa - ci ha detto D'Amico - oggi invece ha perso il suo appeal.  E' diventato un mercato di passaggio, che ha come protagonisti soprattutto i giovani".

Non necessariamente un male questo però, secondo il procuratore: "Cifre iniziali contenute e ottime plusvalenze in prospettiva, è una gestione dinamica del mercato, fa bene al nostro Paese. I giovani arrivano o crescono in italia e poi sono destinati a mercati più importanti in Paesi che si possono permettere cifre incredibili per l'acquisto di un giocatore".
 
Ad essere cambiate però non sono solo le dinamiche di mercato, secondo D'Amico, ma anche le ambizioni dei calciatori. "Adesso non sognano più la serie A, il loro reale obiettivo è la Champions League, è quello il 'campionato' più importante per loro ormai". Anche se un Paese in cima alla lista l'agente Fifa lo mette comunque: "L'Inghilterra! Fino a qualche anno fa fallivano tanti club, poi sono stati bravi a creare un sistema che ha reso la Premier la più competitiva, sia a livello sportivo che economico".

L'Italia resta un trampolino di lancio, un punto di partenza, ma in alcuni casi anche un punto di arrivo. "Lo definirei anche un mercato di rientro, per campioni che hanno fatto le loro esperienze, magari importanti, ma hanno ancora voglia di mettersi in gioco". 

Un Paese per giovani e per giocatori 'esperti'. E, a proposito di senatori del calcio, D'Amico esprime il suo parere su Buffon: "L'errore in Champions non può certo determinare se deve smettere o no a fine stagione, sbagliano anche i ventenni e sbagliavano anche Maradona e Pelè. Buffon è un supercampione,  non si mette certo in discussione per questo. E' lui il termometro di se stesso, solo lui può sapere come sta, e se sta bene io sarò felice di vederlo giocare ancora".

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