Il centrocampista ha raccontato anche del rapporto con Igor Tudor: "È bravissimo, ci disse che saremmo arrivati in Champions"
Quando si è presentato sul dischetto di Venezia, il pallone pesava come un macigno per Manuel Locatelli, chiamato a realizzare un rigore decisivo per accedere alla prossima Champions League. A distanza di qualche settimana, il capitano della Juventus ricorda quel momento con felicità, quasi fosse propizio per un ottimo cammino verso il Mondiale per Club, al via il prossimo 15 giugno e trasmesso anche sulle reti Mediaset.
"Sarà super, vogliamo andare più avanti possibile. Una bellissima esperienza: le migliori squadre di tutto il mondo nello scenario americano garantiscono spettacolo. Cercheremo di arrivare più avanti possibile - ha raccontato Locatelli in un'intervista a La Stampa -. Farò in tempo a recuperare, purtroppo devo saltare gli impegni azzurri. Ci tenevo tantissimo, avrei fatto di tutto per rimanere con l'Italia".
Chiaramente indossare la fascia da capitano rappresenta per Locatelli non solo una responsabilità, ma anche un grande onore che lo inserisce a tutti gli effetti nella storia del club bianconero: "La fascia è responsabilità e orgoglio. L'hanno indossata Boniperti e Sivori, Scirea e Vialli, Conte e Del Piero, Buffon e Chiellini. Simboli d'una Juventus vincente nel tempo, d'una tradizione che Chiellini insegna - ha spiegato il centrocampista bianconero -. Quando sono arrivato, entrai in uno spogliatoio di mostri sacri: Chiellini, Danilo, Cuadrado, Alex Sandro, Dybala, Morata e Ronaldo che andò via poco dopo: soltanto vederlo era di grande impatto. Campionissimi ma soprattutto persone per bene da cui ho avuto la possibilità di imparare".
In questo contesto fondamentale il ruolo di Igor Tudor che sembra aver dato una scossa alla squadra dopo le difficoltà incontrate con Thiago Motta. Un senso di appartenenza alla squadra e alla maglia che non è passato inosservato agli occhi di Locatelli: "Secondo me è bravissimo. Si è presentato in modo molto intelligente, cercando il dialogo, è una brava persona, come i componenti del suo staff, e conosce bene il mondo Juve. La sua capacità principale, oltre al gioco, è il modo di comunicare, la capacità di trasmettere ciò che sente: presentandosi, ci disse che saremmo arrivati in Champions, non ha mai avuto dubbi"