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Le Sdottorate: i numeri della vergogna del Toro, nostalgia canaglia in casa Aia

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La vittoria che ti aspetti (quella del Napoli a Firenze) e il pareggio che non ti aspetti (quello del Milan contro un Cagliari già salvo). S’infiamma così la lotta Champions: Napoli e Milan obbligati a vincere, Juve che spera con qualche solida speranza in più. E se il Verona in casa pare pratica semplice per il Napoli di questi tempi, battere l’Atalanta a Bergamo può diventare un’Impresa con la I maiuscola per un Milan apparso sbiadito e scarico nella sua ultima recita a San Siro. Rossoneri che si aggrappano al loro straordinario ruolino esterno (15 successi su 18 partite a fronte delle sole 8 vittorie casalinghe su 19 gare) e sognano di chiudere un cerchio che abbraccia due stagioni cominciato dall’umiliante 5-0 incassato proprio a Bergamo il 22 dicembre 2019. E confidando magari nella stanchezza della squadra di Gasperini, impegnata mercoledì nella finale di Coppa Italia di Reggio Emilia con la Juventus. 

TIFO – Chiamiamola legge del contrappasso. Andrea Agnelli costretto... a tifare per l’Atalanta. A poco più di un anno da quelle dichiarazioni che a Bergamo non erano state affatto gradite: “Ho grande rispetto per l’Atalanta, ma senza storia internazionale e con una grande prestazione sportiva ha avuto accesso diretto alla Champions League. E’ giusto o no?”, si domandava il presidente della Juventus con un quesito retorico lo scorso 5 marzo a Londra in occasione del Financial Times Business of Football Summit. Adesso gli tocca fare gli scongiuri nella speranza che proprio quell'Atalanta "indegna" di giocare in Champions fermi il Milan per spalancare le porte dell'Europa che conta ai bianconeri. Decisioni Uefa sulla Superlega permettendo... 

CAPITANO – Record stagionale di gol: 19, mai nei suoi precedenti campionati di A Lorenzo Insigne aveva segnato tanto. Primato battuto al Franchi di Firenze in una partita che lo ha visto sfortunato protagonista con due pali colpiti (superba la traversa su punizione), un errore dal dischetto (sanato dal vittorioso tap in sulla respinta di terracciano) e il passaggio per il 2-0 di Zielinski (corretto a rete dalla deviazione decisiva di Venuti). Nella cavalcata del Napoli verso la Champions, con numeri strabilianti in questo rush finale (dopo la sanguinosa sconfitta di Bergamo per 4-2, 36 punti su 45 a disposizione nelle ultime 15 partite, con 11 vittorie, 3 pareggi e una sola sconfitta, a Torino contro la Juventus), un ruolo fondamentale spetta proprio al capitano. Trascinatore in campo come Rino Gattuso lo è in panchina. Manca l’ultimo step, la sfida contro il Verona al Maradona. Per far rientrare il Napoli nell’Europa che conta dalla porta principale…

TRIS – Il 4-3 di Marassi di sabato ha sancito per la terza volta consecutiva la qualificazione Champions dell’Atalanta. E tutte e tre le volte con il miglior attacco del campionato: sono 90 i gol segnati fin qui (e manca l’ultima giornata contro il Milan); lo scorso anno erano stati addirittura 98; nel torneo 2018-19 i nerazzurri erano risultati i più prolifici con 77 reti. Tre anni da record. Come diceva una pubblicità degli anni Settanta: basta la parola. Che non è Falqui (il confetto) ma Gasperini (l’allenatore, anzi, il miglior allenatore del calcio italiano).

TRENTA SENZA LODE – Cristiano Ronaldo guida con 29 gol la classifica cannonieri. Lo scorso anno non gliene bastarono 31 per vincerla, battuto dai 36 di Ciro “Scarpa d’oro” Immobile. Se a Bologna il portoghese andrà ancora a segno stabilirà un altro piccolo record personale in una stagione arida fin qui di soddisfazioni di squadra (Supercoppa di Lega a parte). Sarà infatti la nona volta che tocca o supera quota 30 in un campionato. Una con la maglia del Manchester United, sei con quella del Real Madrid (primato assoluto i 48 della Liga 2014-15) e due con quella della Juventus.

FISCHI & FIASCHI – Se una partitissima come Juventus-Inter (al di là del fatto che lo scudetto fosse già assegnato) viene affidata a un arbitro come Calvarese è lecito farsi qualche domanda. E anche, magari, pensare che dalle parti dell’Aia (l’Associazione Italiana Arbitri) si stava meglio… quando si stava peggio. Nella stagione 2005-06 (al culmine della quale esplose Calciopoli) la squadra arbitrale era comunque di primissimo livello. Qualche nome in ordine sparso: Collina, Rosetti, il compianto Farina, Messina tra i più navigati; Rizzoli, Rocchi, Paparesta, Bergonzi e De Marco tra i giovani/emergenti. Poi, certo, c’erano gli arbitri coinvolti dall’inchiesta (De Santis ad esempio venne degradato sul campo a poche settimane dall’inizio del Mondiale di Germania). Ma all’altezza dei nove succitati, oggi (considerando ovviamente che in questi 15 anni è cambiato radicalmente il modo di arbitrare) se ne contano giusto un paio: Orsato e Doveri. Il resto… mancia. Anzi: manca.

VERGOGNA – Il Toro alla fine probabilmente si salverà. Il presidente Cairo dirà (repetita non iuvant, in questo caso…) che “non voglio più soffrire come nell’ultimo campionato”. Scommetterà sull’ennesimo nuovo allenatore senza peraltro comprargli i rinforzi richiesti (e magari vendendo qualche giocatore della rosa per realizzare succulenti plusvalenze; cosa che a dire il vero non è successa negli ultimi due-tre anni). L’amore tra tecnico e patron svanirà presto, arriverà magari un esonero e via di questo passo. Con il Toro (si spera) salvo magari all’ultima o alla penultima giornata. Il disco è rotto ma suona puntualmente da anni. I 31 punti in 36 giornate sono di per sé la fotografia dell’ennesimo fallimento. I due 0-7 incassati nel giro di pochi mesi al Grande Torino (vergogna onorare così gli Eroi di Superga…) costituiscono un’onta quasi paragonabile a una retrocessione. Un dato su cui riflettere: negli ultimi due campionati il Torino ha raccolto fin qui 75 punti in totale. Il Sassuolo nello stesso arco di tempo ne ha fatti 110, il Verona 92 e la Sampdoria 91. Ah dimenticavamo: il Torino ha una partita in meno…

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