L'EDITORIALE DI BRUNO LONGHI

L'editoriale di Bruno Longhi: Zhang, promessa o minaccia?

Inter e Milan tra Europa e rinnovi: importante quello di Skriniar ma fondamentale quello di Leao

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© ansa

Manca solo il Milan per completare il tris delle nostre squadre agli ottavi di Champions. Ancora un acuto col Salisburgo e poi il calcio italiano avrà migliorato il misero score della passata stagione quando solo Juve e Inter erano entrate nel novero delle migliori sedici. La Juve è fuori, ma lo era già prima di volare a Lisbona. Ora è in lista d’attesa per l’Europa League. Il Napoli - 5 vittorie su 5 e gol a catinelle - veleggia al primo posto del suo girone che solo un’imprevedibile apocalisse ad Anfield potrebbe levargli. L’Inter ha fatto a San Siro ciò che era nelle attese e nella logica. E che le era dovuto se non altro per aver eliminato il Barcellona considerato, prima dei 180 minuti di San Siro e del Nou Camp, qualitativamente più forte. Ora l’Inter ha pure un Lukaku in più, attende il ritorno di Brozovic e, stando alle dichiarazioni di Steven Zhang, avrebbe finalmente risolto gli annosi fastidi di natura economica. Ma affermando che “l’Inter non è in vendita” il giovane presidente ha lasciato nel dubbio il popolo nerazzurro. Si tratta di una promessa o di una minaccia? Ovvero: Zhang Jindong potrà ritornare a essere l’investitore che era prima con la benedizione del governo cinese, oppure le parole di mercoledì sera saranno servite soltanto a placare le speculazioni sull’argomento? Lo scopriremo soltanto vivendo. E rimanendo in tema di canzoni Milano è davvero vicino all’Europa, come cantava Lucio Dalla. Anzi, lo è molto di più: con Napoli, e la contrapposizione è suggestiva, la rappresenta nella maniera migliore. Quel brano del ’79 recitava pure: “Milan e Benfica, Milano che fatica.” Era la fatica di allora. Quella di oggi, impone ai club di dover stare al passo coi tempi, di affrontare mostrando i muscoli le richieste dei procuratori che hanno una mano sul portafogli e l’altra pure. Che ne sarà del futuro di Skriniar? Che ne sarà del domani di Leao? Un difensore lo si può immolare per la salute economica del club, e lo si può comodamente sostituire come hanno fatto lo stesso Milan con Tomori e il Napoli con il coreano Kim. Quindi razionalmente si può pensare che Milan (il giocatore dell’Inter) se ne renda conto e accetti la congrua offerta che la società è pronta a sottoporgli. Ma gli attaccanti, quelli che fanno gol o che spaccano le difese, sono merce rara. E allora il portoghese, il lampo travestito da calciatore, come lo si sostituisce ? In nessun modo perché uno così forte a cifre ragionevoli non lo si trova da nessuna parte. La sua situazione è molto complessa. Più che una vicenda è un intreccio di personaggi, di società, di soldi. Citare gli esempi di Donnarrumma o Kessie è esercizio inutile. Leao vuole il Milan. Ma non basta. Contano anche le sue esigenze che non riguardano solo lo stipendio, ma anche le sue pendenze con lo Sporting Lisbona. E allora il Milan è a un bivio: o Gerry Cardinale fa una derapata dai parametri di Red Bird o sarà il più doloroso degli addii.

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